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FERNANDO PERDOMO Zebra crossing Forward Motion Records 2018 USA

Ci aspettavamo “Out to sea 2” (previsto comunque per il 2019) ed invece il polistrumentista americano Fernando Perdomo (Dave Kerzner Band) si presenta con “Zebra crossing”, realizzando il suo vecchio sogno di registrare un album nei mitici Abbey Road Studios. Proprio la sua presenza negli “Studios” lo stesso giorno, ma cinquanta anni dopo dalla prima registrazione di “While my guitar gently weeps”, ha fatto sì che Perdomo confezionasse una deliziosa cover proprio di questo brano posto in chiusura del suo nuovo lavoro. L’artista statunitense, al solito, si occupa di tutti gli strumenti, anche se numerosi sono gli ospiti del progetto come lo stesso Dave Kerzner, oppure Zak Nilsson (figlio di Harry, cantautore americano anni ’60 e ’70 soprattutto), senza dimenticare Stephen Kalinich (paroliere dei Beach Boys). Da tutto ciò scaturisce un album di dodici brani, più vicino al pop d’autore che non al classico progressivo (come poteva essere per “Out to sea” dello scorso anno). Come dice lo stesso autore si tratta di ”una lettera d’amore nei confronti degli Studios” e dei suoi più famosi “frequentatori”. Canzoni in cui emergono le spiccate qualità melodiche e strumentali di Perdomo che sempre “timbra” con gusto le composizioni, vuoi con un ritornello di immediata fruizione, vuoi con un efficace “solo”, vuoi con una ballad d’atmosfera oppure con pregevoli orchestrazioni. Cori sbarazzini sixties (“Find love (Hold on)”) convivono con la canzone d’autore (“We were raised with headphones on”), sempre con risultati apprezzabili. Molto bella pure “Somehow”, graziosa ballad arricchita dalla presenza degli archi. E’ però negli strumentali che Perdomo offre il meglio di sé: “Not meant to be” in cui la chitarra elettrica (il suo strumento prediletto) è mattatrice nei cinque minuti del brano. Ed ancora nella title track dove la chitarra è più graffiante ed incisiva. Belle melodie, con un esteso utilizzo degli archi, anche in “Crown of stars” e “Home”. Chiude l’album, come detto, la sempre emozionante cover dei Beatles. Fermatevi, dunque, sulle “Zebra crossing” ed ascoltate l’album nell’attesa di “Out of sea 2”, probabilmente più appetibile per il prog fan, ma anche questa versione, più easy, di Perdomo merita una chance.



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Valentino Butti

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