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LIFE ON MARS Shadows in a jar Spirit of Unicorn Music 2023 USA

Il duo formato da Earl Kayoss e Fernardo Perdomo giunge al sesto album in studio con “Shadow in a jar”. Kayoss è l’autore dei tredici brani ed è il principale cantante, mentre Perdomo si diletta con le sue capacità da polistrumentista. Come già successo in passato ai due danno comunque manforte un po’ di ospiti, alcuni dei quali con un nome anche di peso, vedi Billy Sherwood degli Yes e il batterista Denny Seiwell, già collaboratore dei Wings di Paul McCartney. Questa nuova opera dei Life on Mars è incentrata per lo più di canzoni di durata contenuta (solo una supera i cinque minuti), ma comunque strutturate in modo non convenzionale e contraddistinte da un sound abrasivo, esaltato anche dalle scelte di registrazione e di produzione, che fa avvicinare più stili, viaggiando tra passato e presente. Si va avanti tra schitarrate acide e melodie stravaganti, con un’intensa combinazione tra psichedelia, prog sinfonico, rock alternativo, pop, con non pochi echi dei primi anni ’70. Sono ravvisabili molteplici influenze, che possono partire da Quicksilver Messenger Service, Doors e dal Neil Young più graffiante, passare per Todd Rundgren e indirizzarsi poi verso artisti cari agli amanti del prog, quali Pink Floyd, Jethro Tull e Procol Harum. Si tratta solo di alcuni dei tanti punti di riferimento che si possono individuare durante l’ascolto, ma i Life on Mars sono bravi ad indirizzare il tutto verso un percorso proprio, evitando accozzaglie senza senso e delineando una visione sonora particolare, in cui si percepisce lo spirito di ricerca che c’è di fondo e al quale viene abbinato un tiro che dona una certa immediatezza. Riassumendo: di base ci sono un bel po’ di composizioni che risultano omogenee con delle sonorità per lo più sporche, ma calde, cariche di feeling. Ci sono poi delle aperture più melodiche, come in “After all”, con Sherwood alla voce, al basso e alla batteria, che procede su toni più sommessi, caratteristiche ancora più accentuate in “Technology”, brano in cui una aggraziata voce femminile (Ruti Celli), il violoncello ed un epico guitar-solo di Perdomo spingono verso sentieri pop-prog di rara eleganza. Discorso simile per “And besides…”, una sorta di ballad con piano e tastiere a dare un leggero tocco classicheggiante, quasi à la Procol Harum. Si respira invece una ventata di West Coast in “She’s already gone”. Non fa gridare al miracolo, ma “Shadows in a jar” si ascolta con piacere e mette bene in mostra le qualità della coppia Kayoss/Perdomo.



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Peppe Di Spirito

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