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FERNANDO PERDOMO |
Out to sea |
Forward Motion Records |
2018 |
USA |
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Fernando Perdomo è un polistrumentista statunitense conosciuto soprattutto per la sua militanza come chitarrista e bassista della Dave Kerzner Band. “Out to sea”, interamente strumentale, rappresenta il suo lavoro d’esordio nel quale molte delle influenze musicali dell’artista vengono prepotentemente in superficie. Ben quattro dei nove brani presenti nella versione in CD (compresa la cover di “Starless” dei Crimson) infatti sono altrettanti dichiarati omaggi ad artisti o band particolarmente amati da Perdomo: da Peter Banks (primo chitarrista degli Yes), ai Focus, passando per i Nektar ed i Curved Air. A fare da cornice al tutto la bella copertina, ad opera di Paul Whitehead, che rappresenta una caravella-chitarra che solca i mari con sullo sfondo un’isola con un vulcano in piena eruzione… come la musica contenuta nell’album. In “Out to sea” le chitarre (una decina circa quelle usate) fanno sovente la voce grossa in ogni composizione e ci permettono di apprezzare appieno la versatilità ed il notevole gusto di Perdomo sempre a proprio agio, sia nei momenti più diretti e “tirati”, sia in quelli più rarefatti e classicheggianti. Uno stile virtuoso e non “narcisista”, alla continua ricerca della “bella melodia” prima di tutto con effetti più che convincenti. “The architect” (Tribute to Peter Banks) è uno dei brani che più mi hanno colpito e che spero possa contribuire a sancire una volta per tutte la notevole statura musicale di Peter Banks. Una composizione che, con un poco di Hammond e la voce di Colin Carter, sarebbe stato un bel… Flash!! La title track ci rammenta che Steve Hackett e QUEI Genesis non sono degli sconosciuti per Mr. Perdomo che ci offre un arioso strumentale di poco più di quattro minuti. L’introduzione acustica di “De Boerderij” (omaggio ai Focus) e la successiva esplosione strumentale (e poi ancora l’intermezzo soft) evidenziano una volta ancora la grande versatilità ed eleganza dell’artista statunitense in grado di destreggiarsi anche nelle atmosfere più avvolgenti. Classe che il Nostro dimostra pure in “Roses spread al lover the world” dove agisce sia di sciabola che di fioretto con il suo abbondante parco-chitarre. L’effervescente “The dream” (non avrebbe sfigurato su ”Wind & wuthering”) anticipa l’omaggio ai Curved Air con “Sonja” e l’immancabile pièce de resistance “Dreaming in stereo suite”, vero fiore all’occhiello di “Out to sea”. Frasi melodiche che rimangono subito ben impresse, raffinati contributi delle tastiere, solari input strumentali ed un invidiabile gusto fanno del brano il vertice compositivo dell’album. Chiude il lavoro una breve versione di “Starless”, nel ricordo di John Wetton. Un album davvero convincente e di ottimo livello, che tiene desta l’attenzione dell’ascoltatore in tutto il suo percorso (non così scontato per un album interamente strumentale) e che ci ha permesso di conoscere un artista davvero superiore alla media. Nell’attesa di “Out to sea 2”, riascoltiamoci questi quasi cinquanta minuti di grande musica.
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Valentino Butti
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Self |
2024 |
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