Questo è il 4° disco per il gruppo avellinese, anche se il terzo ("News from nowhere") per la verità non era proprio un vero album, quanto una specie di raccolta. Finalmente, a mio modo di vedere, il duo Lazzaruolo/Villanova, che in sostanza è l'anima storica del NC, trova la sua giusta dimensione e l'esatta collocazione della propria musica. Mi spiego: non che in passato i due tendessero ad un genere completamente diverso da quello che qui troviamo, ma di volta in volta si sono fatti prendere da fregole marillioniane, simil-commerciali, non supportati, sempre secondo il sottoscritto, da una adeguata predisposizione per queste tendenze. Ora, con questo "The glass tear", viene dato spazio ad una musica dai chiari connotati acustici, dai toni pacati, con non pochi (e questa è una novità) accenni folk. Torniamo in parte a respirare le atmosfere magiche dei molti demo-tapes che vennero prodotti prima della realizzazione del 1° CD, lungo quasi tutto l'arco degli anni '80 (il bellissimo giro di chitarra acustica di "L'aria che cammina" faceva parte di un vecchio pezzo, anche se, scusate, non ne ricordo il titolo). Oltre tutto, la scelta di fare in proprio le parti vocali (by R. Villanova) non fa rimpiangere (anzi...) le trascorse ricerche di vocalist esterni. "The glass tear" contiene 13 pezzi di lunghezza contenuta che alternano testi in inglese ed in italiano, pur in presenza di alcuni strumentali. Nessuno spicca in modo particolare; il CD può tranquillamente essere gustato nella sua interezza durante i vostri momenti di rilassamento e si presta sia ad un ascolto distratto che ad uno più impegnativo.