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La comune space rock Spirits Burning guidata dal tastierista produttore Don Falcone riappare più multiforme che mai con altri sorprendenti ospiti e collaboratori eccellenti, con in prima fila lo scrittore Michael Moorcock, già noto frequentatore dell'ambiente Spirits Burning nei precedenti cd, ed il vecchio batterista e fondatore dei Blue Öyster Cult, Albert Bouchard. Le premesse ci lasciano dunque presagire qualcosa di speciale e difatti "An Alien Heat", come gli appassionati lettori di Moorcock avranno già intuito, è in pratica una concept-rock opera basata sul primo capitolo della saga "The Dancers At The End Of Time" scritta tra il 1972 ed il 1976, purtroppo, se non erro, rimasta ancora inedita in Italia! Come consuetudine del progetto Spirits Burning, Don Falcone si è circondato di una miriade di amici artisti musicisti anche della più svariata specie, oltre ad aver schierato membri della famiglia Hawkwind e BÖC come Adrian Shaw, Harvey Bainbridge, Joe Bouchard e Donald "Buck Dharma" Roeser, ritroviamo incredibilmente nello stesso cd Andy Shernoff dei Dictators e Dave Willey dei Thinking Plague, Paul Sears dei Muffins e Ken Pustelnik dei Groundhogs, Andy Dalby dei Kingdom Come di Arthur Brown e Cyrille Verdeaux... Ad aprire le danze è l'incalzante "Hothouse Flowers", con l'iconica presenza di Donald Roeser alla voce e l'altrettante iconico cowbell di Bouchard (come dimenticare la leggendaria "Don't Fear The Reaper"?): diventa subito evidente come questo cd sia anche un omaggio ai Blue Öyster Cult per le atmosfere di rock crepuscolare e velate di mistero che hanno sempre contraddistinto i loro dischi... Negli Spirits Burning le sonorità sono ovviamente filtrate da una spessa coltre di psych-space rock condito di sapori folk e roots stralunati ed alquanto acidi... L'inconfondibile voce di Bouchard, sgraziata ma sempre piuttosto caratteristica, affiancata spesso dallo stesso Moorcock, diventa protagonista narrante dei capitoli di "An Alien Heat": le musiche sono funzionali ai testi ed hanno un ruolo più descrittivo e di supporto, senza slegarsi troppo dal contesto delle vocals; probabilmente questo è il disco più omogeneo uscito sotto il nome Spirits Burning, inevitabilmente anche quello più appetibile per chi non è troppo abituato alle sonorità più acide e cosmiche. Le tastiere di Don Falcone creano sullo sfondo panorami sonori dal retrogusto vintage, talvolta con un bel mellotron crepuscolare che si insidia sporadicamente nei brani, sempre con un'attitudine molto discreta e mai sopra le righe... Nel suo insieme "An Alien Heat" è un disco di rock visionario, fortemente melodico, dalle tinte psichedeliche e progressive, con atmosfere il più delle volte criptiche e tetre, come nella conclusiva "Old Friends With New Faces", con un glaciale ed arcano synth di Don Falcone a contraltare cori e melodie di un testo alquanto inquietante, oppure un brano come "Virtue & Mrs. Amelia Underwood" dal retrogusto dark ottantiano, preceduta dal tour-de-force space rock di "To Steal A Space Traveller" ideale fusione tra BÖC ed Hawkwind; particolarmente suggestivo l'esoterismo tribale e decadente di "Soirée Of Fire" con la voce insinuante e tentatrice di Ann Marie Castellano, insieme alla già citata cavalcata ruralspettrale della iniziale "Hothouse Flowers". Da notare la presenza di un interessante bonus cd che include l'intero "An Alien Heat" in versione completamente strumentale, un approccio diverso in cui si percepiscono maggiormente alcune sfumature e passaggi strumentali, come ad esempio nelle parti in cui entra in scena il bel violino di Jonathan Segel (Camper Van Beethoven). L'unico appunto negativo che mi sento di fare è la totale assenza dei testi nel booklet, in tal senso forse si poteva fare davvero qualcosa in più... Comunque, "An Alien Heat" è un disco indispensabile sia per gli estimatori delle opere di Michael Moorcock che per i fans dei BÖC e degli Hawkwind periodo circa "The Chronicle Of The Black Sword". Sembra che gli Spirits Burning stiano preparando la messa in musica anche di "The Hollow Lands", secondo capitolo di "The Dancers At The End Of Time": aspettiamo con grande curiosità e trepidazione!
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