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DISEN GAGE |
The big adventure |
Addicted Label |
2019 |
RUS |
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I Disen Gage da Mosca sono una formazione attiva dal 1999, con il primo album pubblicato nel 2004 e “The Big Adventure” che è il loro settimo e ultimo album. E’ un gruppo che nel corso della sua carriera non ha mai avuto paura di osare e sperimentare e, in particolare negli ultimi album prima di quest’ultimo, avevano intrapreso strade molto ostiche verso l’avant jazz e il rock sperimentale. “The Big Adventure” invece ritorna un po’ verso un sound più di facile assimilazione, pur non potendo essere minimamente considerato un album “mainstreaming”. Si tratta pur sempre di un disco completamente strumentale che spazia tra RIO, free jazz, sperimentazione su cui però sono stati innestate melodie accattivanti ed elementi che spaziano tra il folk (polka, klezmer, tango, musica tradizionale russa, etc…), il jazz lounge e la musica da film, il tutto condito con ironia e un pizzico di sana follia che non guasta mai. Tutti elementi che rendono la loro proposta di gran lunga molto più digeribile rispetto ai predecessori. Potrebbero ricordare gruppi come Secret Chiefs e Estradasphere nel loro approccio cannibalesco di metabolizzare qualsiasi genere musicale per poi rigurgitarli in un ammasso sonoro unico e personale. Rispetto a questi illustri esempi però la proposta musicale della band russa risulta essere un po’ più imbalsamata, mancando a volte di fluidità. Anche la scelta dei suoni potrebbe essere migliore: alle volte sono un po’ troppo plasticosi o un po’ troppo stereotipati. A dispetto della proposta molto particolare, la line up di 4 elementi è abbastanza standard con la chitarra del loro leader Konstantin Mochalov a tirare le file, supportata dalla più classica delle sezioni ritmiche basso e batteria e dal polistrumentista Sergei Bagin che si alterna tra la seconda chitarra e le tastiere. A questi 4 vanno aggiunti altri strumentisti che arricchiscono la tavolozza musicale della band, in particolar modo la presenza di un violoncello e di una fisarmonica. Sarebbe stato sicuramente un valore aggiunto avere una vera sezione di ottoni invece di doverla emulare un po’ goffamente con le tastiere. Nel complesso l’album, seppur discontinuo, è intrigante con la musica che spesso evolve in maniera inaspettata e con alcuni spunti brillanti come nel caos controllato di “Chaos Point” o il gustoso divertimento di tracce come “Carnival Escape” e “Selfish Tango”. “The Big Adventure” non è certo un disco per i puristi del prog, ma sicuramente un album per coloro che si vogliono cimentare in un disco avventuroso e divertente senza “affaticarsi” troppo.
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Francesco Inglima
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