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DE ROSSI E BORDINI |
De Rossi e Bordini |
Ma.Ra.Cash Records |
2022 |
ITA |
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La collaborazione artistica tra Carlo Bordini e Gianluca De Rossi risale ormai ad una quindicina di anni fa ed ha prodotto due tracce apparse, nel 2008 e poi nel 2010, negli album tributo alla Divina Commedia: “Il pozzo dei Giganti” (la cui versione era di circa otto minuti), presente nell’Inferno, e “Dentro la cerchia antica” nel Paradiso. A quel periodo appartiene anche “La porta nel buio” che, per motivi vari, finì per essere pubblicata in “Strigma”, album dei Taproban (di De Rossi) nel 2013. Anche “Il pozzo dei Giganti” viene riproposta, in formato “monstre” di quasi venticinque minuti, come title track nell’album dei rinati “Cherry five” (presenti sia Bordini che De Rossi) nel 2015. Ora i due “compari” rimettono mano a queste due ultime tracce, le riarrangiano per sole tastiere e batteria e pubblicano l’agognato album a loro nome. La splendida copertina (tratta da un dipinto di William Blake, “Anteo depone a terra Dante e Virgilio”), che speriamo, per gli appassionati, possa essere riprodotta anche per il formato LP, è il magnifico biglietto da visita per questi quaranta minuti (più due pezzi live, bonus) di sontuosi rimandi musicali agli anni Settanta. Una lunga declamazione (ad opera di Bordini) introduce “Il pozzo dei Giganti”, poi iniziano gli intricati dialoghi tra Hammond e Moog, supportati dal drumming roccioso ed articolato di Bordini. Uno spettacolare tuffo nelle atmosfere seventies con il piano elettrico che, talvolta, stempera l’atmosfera. L’acme viene raggiunto con l’ingresso (del breve) cantato di De Rossi e poi con l’esplosione sonora finale tra Hammond, Moog, Mellotron e la ritmica fantasiosa di Bordini. Eccoci poi a “La porta nel buio”. L’inizio è un po' inquietante tra note di piano e tocchi di batteria. Il sound si mantiene oscuro ed “orrorifero” con l’incedere dell’organo accompagnato dal solito, notevole, apporto ritmico. Quando il tutto al fine si placa, le note del piano anticipano un altro breve inserto cantato. Riprende poi il florilegio di tastiere vintage intervallate, con gran gusto, dalle note del piano e dalla costante presenza di Bordini. Ancora un organo ecclesiastico e tutto il parco-tastiere di De Rossi si prendono la scena per il sontuoso ed enfatico finale. C’è spazio ancora per due brani live registrati al “Progressivamente Free Festival” del 2019. Si tratta di una versione (accorciata rispetto all’originale) di “Natività” e di “Cammellandia” entrambe estrapolate da “Opera prima” di Rustichelli & Bordini pubblicato nel 1973. Siamo di fronte (e parliamo delle due composizioni in studio) ad un album davvero ben fatto, dalle sonorità orgogliosamente vintage, ma fresco e vitale e che evidenzia, ce ne fosse bisogno, della qualità sempre piuttosto alta della produzione musicale (progressiva) italiana. Chapeau.
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Valentino Butti
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