Home
 
SCHERZOO 05 Lizard Records 2020 FRA

Confermata la formazione con doppia tastiera, più sezione ritmica di basso e batteria, gli Scherzoo di Francois Thollot presentano "05" a due anni di distanza dal predecessore e accasandosi presso la nostrana Lizard Records. Se "04" aveva mostrato una nuova direzione e qualcosa ancora da limare, il nuovo disco appare meglio definito e decisamente più ispirato. Siamo sempre al cospetto di un jazz-rock progressivo capace di avvicinarsi alla scuola di Canterbury e a certo zeuhl transalpino e la band, dopo la precedente prova che potrebbe definirsi di rodaggio, appare ora pienamente consapevole dei propri mezzi e si mostra molto ispirata. Otto composizioni nuove di zecca, agili, vivaci, calorose e sanguigne, che offrono anche una certa raffinatezza, sono il segno che di musicisti che hanno raggiunto un pieno affiatamento. Sono ancora l'organo e il piano elettrico a fare la parte del leone e a rievocare certi passaggi sonori particolarmente cari al Dave Stewart che nei seventies regalava meraviglie con i suoi svariati progetti. Lo spettro timbrico delle tastiere è poi arricchito da mellotron, clavinet, sintetizzatori e pianoforte acustico, cosa che contribuisce a rendere più variegato il sound. L'indirizzo è quello accennato: vengono alla mente i vari National Health, Egg, Gilgamesh, rielaborati in chiave personale, per questo jazz-rock strumentale, frizzante e immediatamente coinvolgente. Qualche deviazione avant-prog, mai estrema, denota comunque la voglia di rendere abbastanza particolare la proposta. Minori, seppur non assenti, le spinte zeuhl rispetto al passato; magari in tal senso si avverte una certa vicinanza agli One Shot meno robusti. L'intensità della musica, i colori caldi delle tastiere, i riff ostinati, la precisione e la fantasia di una sezione ritmica pimpante e in piena sintonia e l'impatto da live in studio di buona parte delle registrazioni sono tutti elementi che aiutano a portare bene in alto le quotazioni di quest'album. La traccia finale "Tsunami", con i suoi oltre quattordici minuti di durata, è la più rappresentativa, mostrando le doti degli Scherzoo: dai temi diversi presentati, alle precise esecuzioni, dal groove e dal feeling di alcuni momenti a spunti più pensierosi, passando, tra accelerazioni e rallentamenti, per quella che sembra un'apparente conclusione già verso i quattro minuti, ma che è invece il preludio ad una ripartenza che riprende con impeto il discorso sonoro dei musicisti. Sì, gli Scherzoo si sono ripresentati davvero in gran forma.



Bookmark and Share

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

SCHERZOO 01 2011 
SCHERZOO 02 2012 
SCHERZOO 03 2015 
SCHERZOO 04 2018 

Italian
English