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DISTRICT 97 |
Stay for the ending |
Spirit of Unicorn Music |
2023 |
USA |
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I District 97, attivi dal 2006, sono riusciti a mantenersi sempre molto attivi, tra pubblicazioni in studio e dal vivo ed un’attività concertistica che li ha portati anche in Italia al festival di Veruno del 2023. Non male per una band che si muove in un mondo come quello del prog, dove è noto che ottenere anche solo un minimo di visibilità è impresa tutt’altro che facile. Ricordiamo che parliamo di un gruppo statunitense nato inizialmente dall’unione di strumentisti che amavano esibire la loro tecnica e che ha subito una sorta di evoluzione con l’entrata della cantante Leslie Hunt, finalista di “American Idol” (il corrispettivo a stelle e strisce di “X Factor”). Mantenendo una solida base di rock suonato egregiamente, i District 97 hanno inserito parti vocali che hanno dato una maggiore immediatezza alla loro proposta, riuscendo comunque a mantenerla avventurosa. “Stay for the ending” è il loro quinto album in studio e conferma tutto ciò di buono che avevano già mostrato in passato. In poco meno di un’ora, possiamo ascoltare dieci composizioni nuove di zecca che vedono protagonisti i talentuosi Andre Lawrence (tastiere), Jim Tashijan (chitarra e voce), Tim Seisser (basso) e Jonathan Schang (batteria e percussioni), oltre la citata Hunt. Fin dall’iniziale title-track e della successiva “Mirror” i musicisti si lanciano in un heavy prog potente al punto giusto e che mette in chiaro, di nuovo, che siamo al cospetto di un gruppo abile a mostrarsi tanto virtuoso quanto accattivante. Poi arriva prima “Many new things” a stemperare le cose, con un leggero tocco elettronico ed un orientamento malinconico che fa buona presa anche grazie a melodie stravaganti, poi “Crossover”, che denota un atteggiamento quasi wilsoniano nel mescolare svariate influenze, tra fraseggi orecchiabili, break improvvisi e tastiere in bello stile. “Divided we fall” è l’episodio più tosto, che porta vicino ad un prog-metal à la Dream Theater, comunque molto ben fatto, mentre “Life cycle” è la ballata delicata che va in crescendo. “X” è una bizzarra introduzione a “X-faded” che spinge su un rock più mainstream, con una modernità dettata da un finale strumentale caratterizzato da ritmi ossessivi. Nuove spinte di prog-metal “intelligente” con “Deck is stacked”, con tanto di spettacolare assolo di batteria poco prima della conclusione, sono perfetto preludio al finale affidato a “The watcher”. E che finale! Oltre nove minuti di trame articolate che riportano un po’ ai fasti dei King Crimson degli anni ’80 e un po’ ai Rush e tra un riff bizzarro che entra immediatamente in testa, un giro di basso incisivo, un’interpretazione magistrale di Leslie, una chitarra ruvida al punto giusto, ritmi variabili che accentuano una notevole imprevedibilità, non poteva esserci chiusura migliore per un disco davvero bello. Nella musica dei District 97 continua ad emergere una situazione di perfetto equilibrio tra complessità ed accessibilità, tra parti strumentali intricate e parti vocali più dirette, tra energia sonora ed eleganza sognante e tra la varietà degli stili toccati. Gruppo da tenere sempre d’occhio.
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Peppe Di Spirito
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