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DISTRICT 97 (WITH JOHN WETTON) One more red night. Live in Chicago Primary Purpose Records 2014 USA

Chi non conosce John Wetton? Ha suonato e cantato praticamente con tutti!! Dagli esordi con i Family, poi con i King Crimson, qualche album con gli Uriah Heep, la bellissima parentesi U.K., il successo mondiale e commerciale con gli Asia negli anni '80. Senza dimenticare la carriera solista, le collaborazioni occasionali, i “camei” ed altro ancora. Meno conosciuti, ovviamente, gli statunitensi District 97. Americani di Chicago, sono autori di un paio di studio-album (“Hybrid child” del 2010 e “Trouble with machine” del 2012) ed altrettanti live dove oltre al proprio materiale ripropongono cover di Genesis, U.K. e Led Zeppelin (a leggere le track list almeno). Il loro sound, caratterizzato dalla splendida voce di Leslie Hunt, è ricco di intricate parti strumentali che “flirtano” anche con il metal, ma non mancano gli spiccati richiami sinfonici a rendere il gruppo ancora più “appetibili” per i palati prog. Dopo una collaborazione in studio in cui Wetton canta un brano tratto da “Trouble with machine” (“The perfect young man”) seguono numerose date dal vivo sia negli States che in Europa. Proprio da un concerto dell'ottobre 2013 a Chicago è tratto il cd di recente pubblicazione incentrato sulla riproposizione di brani dei Crimson del periodo in cui il bassista ne era parte integrante. La “scaletta” è senza dubbio di valore: “Larks' tongues in aspic” è ben rappresentato dalle ottime versioni della struggente “Book of saturday” ed “Easy money” (posta a fine performance). Peccato per l'assenza della title track (una delle poche che Mr. Fripp ha quasi sempre proposto nelle varie incarnazioni della sua creatura) che con le sue partiture “metalliche” sarebbe stata perfetta visto il background del gruppo. Da “Starless and bible black” abbiamo “The great deceiver” (comprensivo di duetto vocale Wetton-Hunt, che risente però della mancanza del violino di Cross), “Lament” (splendida performance della Hunt nello specifico) e la mai abbastanza apprezzata “The night watch” (a parere di chi scrive uno dei capolavori dell'intera parabola “cremisi”). Anche “Red” vede la riproposizione di tre pezzi, tutti quelli cantati per intenderci. Una scatenata “One more red nightmare” (che apre l'album), che comunque perde qualcosa rispetto all'originale che era “colorito” dal sax di Mc Donald, una convincente “Fallen angel” e la versione inspiegabilmente ridotta del capolavoro e vertice emotivo dell'album (e del prog tutto?), cioè “Starless”. Agli 8 pezzi della Wetton-era, per così dire, segue il “manifesto” “21st century schizoid man”. Chiaramente la voce filtrata di Lake dell'originale è irraggiungibile, ma il “mestiere” di Wetton (e la Hunt) e le capacità del gruppo ci lasciano una versione comunque di valore. Non si propone parte del catalogo Crimson se non si è ottimi musicisti. Due ombre (e mezza...) oscurano un poco l'ottimo prodotto: l'assenza di “Red” e “Larks' tongues in aspic” (ok, si tratta di due strumentali, ma il buon bassista avrebbe potuto comunque contribuire o al limite lasciare la scena al gruppo); la mancanza di materiale originale (non dico da occupare un secondo cd, ma allungare i 42 minuti di lunghezza di “One more red night” quello si poteva senz'altro fare) ed infine la “violenza” perpetrata ai danni di “Starless” che dai 12 minuti dell'originale è stata portata a soli 5 minuti scarsi. Per quel che concerne le prestazioni siamo a livelli molto buoni. Validissimi i District 97 che attendo fiducioso al terzo lavoro in studio. L'icona Wetton se la cava ancora bene, non sarà più al top (l'età avanza anche per lui), ma che Dio ce lo conservi ancora a lungo fosse solo per le operazioni nostalgia come questa. Questi brani sono SUOI. Punto.


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Valentino Butti

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