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DEUS EX MACHINA Equilibrismo da insofferenza Kaliphonia 1998 ITA

Alla notizia che i Deus, orgoglio del prog tricolore, avevano deciso di inserire una sezione di fiati, molti (me compreso) avevano temuto una brusca sterzata verso un free-jazz-rock d'assalto, cosa possibile visto che la proposta musicale del gruppo di Bologna aveva ultimamente abbracciato sempre più sonorità jazzate a discapito di quelle più rock che ne avevano caratterizzato gli esordi. Niente da temere invece: l'inserimento non solo è riuscito perfettamente, ma debbo confessarvi che, grazie alla scelta di sonorità tipiche del jazz-rock inglese anni '70, i passaggi in cui detti fiati intervengono non sono soltanto convincenti, ma risultano spesso vincenti e appassionanti. L'inserimento di un nuovo tastierista ha inoltre portato a dare risalto alle tastiere (analogiche, of course) come non mai nei dischi precedenti, cosicché non ho timore di dirvi che questo è sicuramente il disco più canonicamente prog del gruppo. Altra caratteristica di questo "Equilibrismo..." è quella di abbracciare quasi completamente la lingua italiana, cosa che se da un lato sicuramente dà alla musica sfumature più calde rispetto al latino, dall'altro, almeno a mio avviso, fa sì che ogni tanto le melodie vocali risultino un po' neniose. Un disco di grande intelligenza compositiva, dove per una volta la mostruosa tecnica dei musicisti è messa al completo servizio delle composizioni, senza inutili cerebralismi o onanismi strumentali. La sola nota stonata è il quarto brano, in effetti un lungo assolo di chitarra acustica: lungo 5'20" è davvero palloso...

 

Raimondo Piras

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