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STEVE WALSH |
Shadowman |
Muse Wrapped |
2005 |
USA |
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Steve Walsh? Chi? Chi non lo conosce alzi la mano! Devo introdurlo ancora?
Il cantante dei Kansas arriva con questo “Shadowman” alla sua terza prova solista, dopo “Schemer-Dreamer” e “Glossolalia”, e centra in pieno il segno. C’è poco da dire, la voce del –oramai- vecchierello singer americano è sempre una delle miglior cose che gli Stati Uniti sono riusciti a esportare. E se consideriamo che questo “Shadowman” è zeppo di riferimenti ai Kansas (la migliore band progressive americana) abbiamo tutto sommato un buon quadro d’insieme.
Il cd vede la partecipazione di ottimi strumentisti (Joe Franco e Joel Kosche nonché ospiti come David Ragsdale e Michael Romeo per le orchestrazioni) e vede il nostro cimentarsi con brani a volte molto vicini alle sue opere con gli Streets, ma anche in intricati pezzi in cui gli arrangiamenti sinfonici fanno saltare sulla sedia. Già il brano di apertura (“Rise”) ci può dare un’idea di cosa ci aspetta con i suoi repentini cambi di atmosfera e tempo, tuttavia bisogna aspettare “Pages of old” e soprattutto “Hell is full of heroes” per esaltarci come bimbi a nuove vibrazione alla Kansas. Il resto è una piacevole scoperta che ci porta fino alla conclusiva “The River”, un piccolo gioiello.
Questo “Shadowman” è un gran disco, senza orpelli inutili o cadute di tono. Magari non sarà un capolavoro, ma se siete fan dei Kansas e di Walsh, andate e prendetelo, non vi pentirete.
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Marco Del Corno
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