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I Kansas sono tornati! Se trovassi un inizio migliore giuro che lo scriverei ma non riesco ancora a sentirmi estraneo a questi grandi rientri e mi faccio prendere dal magone. Nel caso dei Kansas inoltre non possiamo proprio parlare di rientro bensì di finalmente-era-ora-che-uscisse-il-cd. Se vi ricordate bene il lavoro qui recensito era atteso da un po' di tempo ed era stato annunciato nelle nostre news mesi fa. La novità che lo rendeva tanto agognato era la presenza di Robby Steinhardt originario violinista della band, ma non solo, visto che la London Symphony Orchestra avrebbe dovuto partecipare al progetto. Tutto quello che era stato previsto si è puntualmente avverato (come siamo bravi a raccogliere le informazioni, vero?) e la musica proposta è davvero esaltante. Iniziamo con il dire che anche se i brani non sono tutti nuovi nuovi, gli arrangiamenti fatti sui vecchi pezzi sono a dir poco esaltanti. L'orchestra si inserisce perfettamente in una musica già di per sé molto sinfonica, così brani come "Song for America" non fanno altro che sprigionare la loro incontrovertibile potenza ancor più che nella versione originale. L'uso dell'orchestra è intelligente e misurato, senza mai cadere nel pacchiano come altre volte è capitato, tanto che le tracce nuove come "In your eyes" ne beneficiano notevolmente. "Always never the same" è un cd da comprare senza esitazione, sia per i vecchi che per i nuovi fans.
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