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VAN DER GRAAF GENERATOR |
Present |
Virgin |
2005 |
UK |
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Qualunque sia il giudizio futuro, quando sarà stato metabolizzato al meglio e quando si sarà accertato che sviluppo ha avuto la rinascita dei Van der Graaf Generator, Present resta un vero e proprio evento; probabilmente l'evento del 2005 prog. Una reunion attesissima, bramata da tanti anni dai fan, i quali, ricevuta la splendida notizia, avranno senz'altro gioito come bambini. Ora che il nuovo album dei VdGG è finalmente uscito, è inutile porsi tante domande sui perché e i per come di questo ritorno, sulle motivazioni che hanno spinto i musicisti a rincontrarsi e a rimettere in moto una sigla gloriosa e bisogna anche accantonare per un attimo i pensieri sul futuro, immediato e non, della band. C'è un cd nuovo da ascoltare, un passo importante da analizzare e, per la critica, da giudicare. Diciamolo subito e senza giri di parole: "Present" è un signor disco! Un album incantevole, tutto da godere. Non sarà il capolavoro del gruppo, ma era davvero difficile aspettarsi qualcosa di più bello, specie se si tiene anche conto di quanta fatica fanno molti dei colleghi coetanei dei VdGG a sfornare oggigiorno qualcosa di qualità anche solo decente e/o accettabile.
Ma andiamo ad esaminare i contenuti del prodotto. L'inizio è da brividi: "Every bloody emperor" riporta ai fasti passati e al classico ed unico sound tipico del Generatore, la strumentale "Boleas panic" è un episodio molto bello e raffinato, intriso di melodia e malinconia, mentre "Nutter alert" è la composizione più tesa del cd. Un trittico così avrebbe ben figurato su qualsiasi vecchio disco del gruppo. Con "Abandon ship!" entra in gioco quella che è l'unica vera pecca del lavoro: la chitarra elettrica suonata da Hammill, che con un timbro molto sporco non risulta particolarmente gradevole. Se si eccettua, però, questa spiacevole antipatia sonora, anche questa e le altre due composizioni possono essere ritenute ben più che soddisfacenti. Tirando le somme, si può parlare di sei brani e trentasette minuti decisamente validi e di una certezza assoluta, rappresentata dal fatto che quasi trent'anni dopo, la proposta del gruppo rimane la stessa, con una personalità fortissima ed immutata. Tesa, inquieta, affascinante, fantasiosa, imprevedibile, lucida e folle allo stesso tempo. Insomma, il marchio di fabbrica musicale del Generatore Van der Graaf resta invariato. Ma abbiamo un altro cd da ascoltare. Infatti "Present" si compone di due dischetti: il primo rappresenta l'album vero e proprio, il secondo contiene dieci tracce che sono delle improvvisazioni in studio dei musicisti. Ovvio che per quest'ultimo risulta più arduo dare una valutazione precisa. In oltre sessantacinque minuti strumentali si possono ascoltare, con alla base la naturale spontaneità da jam-session, alti e bassi: alcuni passaggi sono quasi illuminanti, mentre in qualche tratto è avvertibile un pizzico di noia. Difficilmente sarà il disco più bello dell'anno e di sicuro, come dicevamo, non è il capitolo migliore della saga vandergraafiana; eppure ritengo che sia impossibile non rimanere affascinati da un lavoro del genere. Ripresentarsi con un capolavoro assoluto dopo oltre cinque lustri di silenzio discografico sarebbe stato qualcosa di sovrumano; eppure i VDGG si affacciano nel panorama musicale odierno con un cd fresco, che non delude le aspettative e che può rappresentare un ottimo punto di partenza per un ritorno sulle scene all'insegna della massima qualità.
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Peppe Di Spirito
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