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NIK COMOGLIO Tarot - La spirale del tempo autoprod. 2005 ITA

Con questo nuovo lavoro, Nik Comoglio, tastierista e compositore già a noi noto per la sua militanza nei Syndone, cerca di ridisegnare a modo suo le coordinate di un genere musicale che oggigiorno sembra avere, per la maggior parte dei gruppi, dei confini abbastanza precisi ma che, in realtà, dovrebbe lasciare il massimo spazio alla creatività e alla fantasia. La sua idea è quella di arrangiare le sue composizioni per una forma ridotta di orchestra sinfonica. Abbiamo quindi un trio di ottoni, un trio di legni e un quartetto d'archi, accanto a tutta una serie di strumenti, tra cui quelli elettrici tradizionali che includono ovviamente le tastiere e lo Hammond di Nik (che suona anche il pianoforte). Queste composizioni, ci spiega Comoglio, se fossero interpretate coi classici strumenti vintage, suonerebbero come degli altrettanto classici pezzi di Prog sinfonico. Il principio appena illustrato è reso con particolare efficacia in alcune composizioni, come nel brano d'apertura dell'album; qualsiasi appassionato di Prog con un minimo di fantasia non avrà difficoltà a verificarlo personalmente. Gli interpreti canori di questo progetto sono un soprano, Cristina Lo Russo, e un baritono, Paolo Servidei, ai quali si vanno ad aggiungere un coro gospel sul brano "La torre" e delle voci narranti. La trovata artistica di Nik è stata quella di realizzare un concept strutturato su una collana di 22 canzoni, ognuna dedicata ad un arcano maggiore delle carte dei tarocchi, quindi ogni pezzo ha le sue caratteristiche e la propria individualità, come un quadretto allegorico. La cornice è rappresentata dalla voce narrante del matto che fa le dovute presentazioni nella traccia introduttiva e si accomiata al termine dell'album. I testi sono ad opera dello scrittore (e musicista egli stesso) Rodolfo Brun che descrive i personaggi dei tarocchi come degli archetipi del comportamento umano, con vizi e virtù, spogliati di tutta la loro simbologia esoterica: ad ogni carattere corrispondono delle sensazioni musicali e psicologiche precise.
L'esperimento musicale, se di questo si può parlare, è abbastanza riuscito; bisogna comunque dire che, nonostante l'impiego di un'orchestra, il suono non è imponente e sgargiante ma molto delicato e gli strumenti non suonano mai all'unisono e non sono mai impiegati tutti quanti nello stesso brano. Abbiamo quindi tante piccole individualità che interagiscono fra loro e spesso, a fare da supporto alla voce dei cantanti, vi sono solo delle tracce delicate e tratteggiate di musica: il suono di un'arpa, degli spunti di pianoforte, archi e così via. Gli episodi sono comunque molto diversi l'uno dall'altro, in base al carattere dei vari personaggi. Quest'album conferma la grande individualità di Comoglio, persona che dimostra ancora una volta la sua creatività e sensibilità artistica. Se la sua idea vi stuzzica, il suggerimento è quello di provare ad ascoltare "Tarot" perché il risultato tiene ben fede alle aspettative.

 

Jessica Attene & Alberto Nucci

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