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THE FLYIN' RYAN BROTHERS |
Totality |
Ryanetics Music |
2008 |
USA |
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L'instancabile ed iperattivo William Kopecky fa ormai la sua bella figura in qualsiasi disco, a prescindere dal genere, che sia sperimentazione od il più semplice rock'n'roll. In questo caso il bassista si ritrova in un ambiente familiare con i due chitarristi (nonché fratelli, originari di Chicago) Jimmi e Johnny Ryan, alias The Flyin' Ryan Brothers, giunti al loro terzo disco con "Totality", ambiziosa e gradevole raccolta di brani hard-rockeggianti dalle tinte progressive e folk. L'aspetto fantascientifico dell'artwork può spiazzare un pochino, ad osservare la copertina si potrebbe immaginare una serie di esibizioni chitarristiche tentacolari al limite del... fantascientifico; per fortuna i fratelloni Ryan mettono da parte ansie esibizionistiche e machismi assortiti stile guitar-hero per un approccio più riflessivo e confidenziale, un'elegante intrattenimento destinato ai momenti di relax, non privo di qualche aspirazione artistica un pochino più elevata. Anzi, in fondo "Totalità" sembra orientarsi proprio verso la new-age, in particolare grazie alle sue melodie folk piuttosto dolci, morbide e tenui: l'impressione generale è quasi di una musica elegiaca e serena, seppur non priva dei suoi momenti adrenalinici, guarda caso forse i momenti meno interessanti del cd. Le tastiere sono generalmente presenti come un ricamo delicato ed avvolgente per gli assoli ed i riffs della chitarra elettrica. L'immancabile pensiero a Satriani passa attraverso l'ascolto di pezzi come "Heritage", dall'incedere fiero ed orgoglioso, anche se il meglio viene proprio nei brani più delicati, elettroacustici e folkeggianti; l'influenza dei Rush si sente in modo evidente in pezzi come "The Choir of Eden" oppure nella complessa e romantica "Aeolian Rhapsody". Fra le diverse sfaccettature di "Totalità" possiamo ascoltare del buon celtic rock in "The Crosses of Annagh" (con tanto di accordion), del classico easy listening aor in "Free to Fly" (buono per i momenti di coccole), come anche la simpatica fusion salottiera di "Wes is More". In sostanza è un dischetto carino questo dei The Flyin' Ryan Brother, senza dire nulla di nuovo riesce a farsi ascoltare abbastanza volentieri, cosa non del tutto scontata in questo genere.
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Giovanni Carta
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