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Nessun nome migliore per un trio formato dai fratelli Kopecky (Joe, Paul e William). A dire il vero, questo loro primo lavoro mi ha impressionato quasi unicamente per la sua osticità; si tratta in effetti di 9 brani in cui la ruvidità la fa da padrone, condita con un po' di sperimentazione. Non che ciò non rivesta un certo suo interesse, certo è che un intero album di brani strumentali simil-crimsoniani (pensate a una via di mezzo tra l'ultimo "Thrak" e il famigerato live "Thrakattak") c'è il rischio che interessi e tenga viva l'attenzione giusto per i primi 20 minuti. Se si riesce a resistere, si possono apprezzare le scelte sonore e i passaggi di situazione all'interno dei singoli brani, talvolta degni davvero di attenzione. Un buon album... ma da non prendere a cuor leggero.
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