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Giunti al quarto disco ed a un ennesimo cambio di label, i tre fratelli Kopecky stavolta sono approdati in casa Musea dopo aver pubblicato i loro tre precedenti cd per altrettante case discografiche: la nostra Mellow Records (l'esordio omonimo "Kopecky" del 1999), Cyclops (il secondo "Serpentine Kaleidoscope", uscito nel 2000) ed un live, "Orion-A Live Performance", pubblicato nel 2001 dall'americana Music Label. A conti fatti, pur essendo trascorsi circa quattro anni dal loro ultimo lavoro in studio, la sostanza della loro musica rimane sempre legata ad uno stile pirotecnico e virtuoso riconducibile al classico hard/heavy prog più melodico e sinfonico. Interamente strumentale, come in passato, "Sunset Gun" è un lavoro che profuma d'oriente, articolato fra suggestioni esotiche e progressioni strumentali d'alta classe nobilitate da un discreto utilizzo delle tastiere, con in più alcuni sporadici e gradevoli accenni di musica etnica ("The Divine Art of Flying") in grado di dare al cd un tono particolarmente arioso e luminoso. Nei due brani più estesi del cd, "Selqet's Kiss" e "Creation's Brief Gift", l'influenza dei Rush si avverte nel miglior modo possibile, in linea con il concept musicale del disco; altrove, invece, come nei primi due brani, "Sunset Gun" ed "Ascension", le sonorità si fanno più aggressive e le trame strumentali si infittiscono in virtuosismi metallici un pò sullo stile di bands come Dream Theater e Fates Warning. In definitiva, "Sunset Gun" è un buon disco per chi nutre un minimo d'interesse verso il prog-metal, per gli altri un ascolto preventivo (può valerne la pena) mi sembra d'obbligo.
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