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SNARLING ADJECTIVE CONVENTION |
Bluewolf bloodwalk |
Unicorn Digital |
2008 |
USA |
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L'idea che in un unico disco possano confluire musicisti provenienti da Far Corner e Yeti Rain, tutto naturalmente sotto la guida degli ineffabili fratelli Kopecky ci porta direttamente ad immaginare un'opera piuttosto oscura, tanto macabra quanto complessa e cerebrale. “Bluewolf Bloodwalk” in effetti riesce a mantenere le aspettative di chi vuole provare emozioni forti, il sentire scorrere sulla schiena quel brivido particolare che si prova quando ci troviamo di fronte a qualcosa di ignoto e potenzialmente pericoloso... Gli Snarling Adjective Convention sono dunque un progetto collettivo composto dai fratelli Kopecky, due membri dei Far Corner (Craig Walkner, Dan Maske) e dal sassofonista Roger Ebner, responsabile insieme a William Kopecky del sepolcrale jazz ambientale a nome Yeti Rain; per la registrazione di “Bluewolf Bloodwalk” sono stati impiegati solamente due giorni, il 2 e 3 settembre del 2006... Vien da pensare ad una sessione infernale visti I risultati, quasi cinquanta minuti di musica strumentale in cui gli strumenti vengono sottoposti gradualmente a distorsioni e contorsioni che lambiscono il free jazz in una maniera dolente e sottilmente maligna, quando non apertamente minacciosa. Se Univers Zero e Present sono un punto di riferimento abbastanza prevedibile ed esplicito, il senso di claustrofobia che accompagna un neo classicismo cameristico austero e marziale, con aperture folkloristiche di stampo europero e pagano, gli Snarling Adjective Convention riescono discretamente bene a confondere le carte in modo da non risultare eccessivamente manieristici, anche se qua e là certe trovate musicali risultano in fondo abbastanza prevedibili. Con un pò di ironia gli S.A. Convention mi fanno pensare ad una versione “rock” degli Yeti Rain, o viceversa dei Far Corner sull'orlo del collasso psico fisico. Comunque, come tradizione Kopecky l'energia non fa difetto in “Bluewolf Bloodwalk”: al di là di certe sfuriate metalliche che non impressionano più di tanto, “Bluewolf Bloodwalk” assorbe le caratteristiche ritmiche del funk, tanto da evidenziarle nella lunga title-track, circa dieci minuti d'interplay incessante fra chitarra, fender rhodes e fiati, sicuramente più vicini a Miles Davis che al r.i.o... Probabilmente l'unico vero difetto di questo cd è la sua resa sonora finale, riconducibile direttamente alla Unicorn Digital: il lavoro di produzione ha reso i brani sin troppo puliti e patinati, facendo perdere al disco una buona parte del suo potenziale destabilizzante....
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Giovanni Carta
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