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LITTLE TRAGEDIES |
The Paris Symphony |
Musea |
2009 |
RUS |
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Questo album non è un vero e proprio nuovo lavoro in studio della band russa ma rappresenta una delle loro prime testimonianze musicali, risalendo ai primissimi anni di vita del gruppo. Si tratta infatti di materiale registrato nel 1997 allo studio Blackbird di Mosca e la cui composizione è stata ispirata da una visita di Gennady Ilyin a Parigi ed in particolar modo alla cattedrale di Nôtre Dame durante le funzioni Pasquali nel 1995. Comprese queste notizie possiamo bene interpretare quest'opera e scoprire un Gennady giovane, particolarmente ispirato, dal temperamento istintivo e travolgente. Possiamo apprezzare la ruvida bellezza di queste tracce in cui l'organo ed i passaggi tastieristici sono in primissimo piano e che, nonostante gli anni e la qualità un po' opaca delle registrazioni, ci dimostrano le grandi capacità compositive ed interpretative di Gennady nel pieno splendore del suo estro creativo giovanile. Ascoltando queste interpretazioni, così prepotenti e brillanti, prive di tutto quel lavoro di rifinitura che sarà caratteristico degli album a venire, mi viene in un certo senso in mente il forte carattere di Marian Varga o l'esuberanza barocca di Keith Emerson nei Nice. Trovo bellissima la scelta della copertina che ritrae una scena della battaglia di Borodinò che, come ricorderete, rappresentò uno dei momenti decisivi della campagna di Russia di Napoleone: un modo per rappresentare l'interazione del genio artistico russo di Gennady nei confronti dell'imponenza e della maestosità della capitale francese. In effetti le 6 tracce che compongono quest'opera sono movimentate, tormentate a tratti nei loro passaggi, suggestive e passionali, come le fasi una battaglia. I riferimenti alla musica classica sono ricchi e ritroviamo l'ombra di compositori come Bartok o Prokofiev oltre che un tocco di musica barocca. Non vi sono pezzi cantati e a sostenere le poderose tastiere di Gennady troviamo esclusivamente la sezione ritmica storica della band composta da Oleg Babynin al basso e da Yuri Skripkin alla batteria. Mi piacerebbe poter ascoltare questo album in una interpretazione attuale, con una registrazione che metta in maggior rilievo la qualità di questa musica. Intendiamoci, la registrazione in sé è comunque discreta, anche se una resa sonora simile alle ultime produzioni dei Little Tragedies potrebbe avere un effetto altamente rigenerante. Si tratta comunque di un bel documento che i fan della band, ma anche i cultori di un certo tipo di prog tastieristico e virtuosistico, farebbero bene a procurarsi. L'opera è completata da tre bonus registrate nell'Agosto del 1996 a Kursk di interesse secondario rispetto alle altre ma comunque valide, che completano il nutrito repertorio dei Little Tragedies.
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Jessica Attene
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