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LITTLE TRAGEDIES |
Paradise behind the stove |
Macalla Records |
2019 |
RUS |
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Con la pubblicazione di questo tredicesimo album in studio i Little Tragedies ampliano la rosa dei musicisti a loro disposizione a 10 unità grazie all’arrivo di una nuova cantante solista, Dasha Reznik, e di quattro ospiti: Alexandr Mamontov e Alexandr Volobuev alla tromba, Andrei Konchakov alla tuba e Alexey Snitkin al trombone. Nel 1988 il gruppo era soltanto un duo formato dal leader Gennady Ilyn (tastiere e voce), compositore diplomato al conservatorio di San Pietroburgo, e dal chitarrista Igor Mihel. Nel 1995 diventano un trio costituito, oltre che da Gennady, dal batterista Yuri Skripkin e dal bassista Oleg Babynin. Nel 2000 si aggiungono Alexander Malakhovsky (chitarra) e Aleksey Bildin (sax) con un assetto che rimarrà stabile negli anni. Da sempre Gennady Ilyn rappresenta l’anima dei Little Tragedies e al suo estro creativo si deve quello stile barocco e tastieristico che ben conosciamo e la peculiarità di utilizzare come testi delle proprie composizioni i versi di poeti russi. Il nuovo album nasce come tentativo di studio e comprensione delle poesie di Nikolai Klyuev, noto per essere stato definito, così come Sergej Esenin, con cui condivideva un forte rapporto di amicizia e convinzioni letterarie, “poeta contadino”. Il primo contatto con le sue opere avvenne già alla fine degli anni Ottanta, in un periodo in cui il giovane Gennady non era ancora pronto a confrontarsi con una produzione letteraria così complessa. Le idee musicali sono state registrate via via con mezzi casalinghi e col tempo è nata l’esigenza di raccogliere le migliori in un album. Sono state incluse composizioni vecchie, riarrangiate per l’occasione, e materiale nuovo a creare un insieme coerente e articolato. Lo studio della musica classica russa, densa di intonazioni popolari, è stato fondamentale per creare il contesto sonoro adatto a dar voce ai versi del poeta che celebra la grandezza della natura assieme alle tradizioni popolari della cultura contadina del nord della Russia. Elementi letterari e folkloristici si fondono alla perfezione e l’ampliamento dei colori musicali, grazie al forte apporto dei fiati, contribuisce a creare suggestioni potenti. Le poesie sono state selezionate dall’opera di Klyuev intitolata “Pesnolov” (libro dei canti, 1910-1937), anche se il primo brano, la title track, si basa su una poesia di Esenin. La capanna, che accoglie la quotidianità della semplice vita contadina, ha quasi le sembianze di un santuario immerso nell’incanto della natura. La bellezza della vita di campagna traspare dai versi poetici ed è esaltata dalla musica trionfante che assume delle piacevoli connotazioni orchestrali grazie al corposo apporto dei fiati. Lo stile è energico e quasi aulico con una sezione ritmica ben pronunciata, ampie colate organistiche, svolazzi di Moog e ricchi assoli di chitarra. La voce è quella di Gennady nel suo classico stile un po’ declamatorio ma la prevalenza degli elementi strumentali crea un insieme molto equilibrato e di grande effetto. Particolare attenzione è riposta nella ricerca di linee melodiche chiare ed efficaci, come ben traspare dalla successiva “A Scarlet Flower in the Sun” che da una parte presenta affinità con le cadenze della chanson russa ma allo stesso tempo sfoggia degli spartiti perfettamente intrecciati con sfavillanti concatenazioni strumentali di ispirazione Bachiana. A differenza di altre opere del passato il pianoforte viene quasi abbandonato e viene dato risalto soprattutto alle parti orchestrali, con interessanti scambi fra le tastiere e la esuberante sezione di fiati. Ma la novità più grande di questo album è forse rappresentata dall’arrivo di una nuova cantante. Dasha ha una voce di impostazione classica con tonalità che ricordano anche il folklore russo. La malinconica ballad “River” ci mostra finalmente un brano dei Little Tragedies con uno stile canoro inconsueto per il gruppo svelando nuove possibilità che sarebbe interessante sviluppare magari in futuro. Per il momento si tratta però di un episodio isolato, visto che non ci sono altri pezzi interpretati dalla cantante. Motivi folkloristici emergono in modo evidente nella brillante “Needles to Say” dove riscopriamo le splendide dinamiche pianistiche di Gennady. La supremazia del brano però rimane nella scrittura delle sequenze orchestrali, agili e maestose, sviluppate come non mai nella storia del gruppo. Anche il mood dei vari pezzi è abbastanza variegato, come ci dimostra “Sound Is Angel’s Brother”, dall’andamento buffo, cabarettistico e dai tratti gotici. Altrettanto particolare e frastagliata si profila “Rumors” che, per la sua attitudine ma anche per la qualità dell’incisione non brillante, mi offre suggestioni di epoca sovietica con richiami agli Zvuki Mu di Pyotr Mamonov, seppure in una veste più sofisticata. Oscura ma con una dimensione sinfonica ben definita “Two Countries” si tinge di atmosfere drammatiche e tempestose mentre “They Lived by the Stars”, cantata quasi sottovoce, assume toni pacati e romantici con le sue avvolgenti e delicate coltri di tastiere. L’epilogo è una specie di notturno, una sognante “Tranquillity” che ci conduce placidamente al termine dell’album e che si trova in perfetta sintonia con il brano appena trascorso, controbilanciando un incipit decisamente più fragoroso. Si tratta forse di un album non rifinito alla perfezione, con una produzione poco vistosa e talvolta grezza ma che si staglia sugli altri per la sua scrittura, per i numerosi riferimenti letterari ed artistici, per la contaminazione con elementi folkloristici più forte che in passato, per la sua brillante dimensione sinfonica. Si tratta di un’opera equilibrata e assolutamente non appesantita dalla caratteristica voce di Gennady che si incastra perfettamente in un contesto prevalentemente strumentale. I Little Tragedies ci hanno fatto aspettare un po’ dall’ultimo album, che risale ormai al 2014, ma direi che l’attesa è stata ripagata dalla possibilità di assaporare un’opera così matura e particolare. Un ultimo particolare riguarda la stampa di questo album che è avvenuta, oltre che su CD (troverete le coordinate per acquistarlo sul sito del gruppo), anche su nastro a bobina di tre diverse dimensioni e su musicassetta ad opera dell’etichetta russa Reel To Reel.
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Jessica Attene
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