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Se vi siete lasciati sfuggire "Tid är ljud", l'album d'esordio di questa band svedese, uscito nel 2006, potrete rimediare in parte, e fare conoscenza con questo valido quartetto, acquistando la loro seconda prova in studio. Quanto ci aveva colpito nel precedente album lo ritroverete infatti qui, in una versione a mio avviso migliore. Di questo gruppo apprezzo l'approccio fresco e vintage, gli impasti sonori ruvidi, in cui convergono intuizioni psichedeliche e linee melodiche a tratti folk, e le reminescenze dei grandi gruppi della scena Progg del passato. La nuova fatica discografica è composta da otto pezzi strumentali che ci regalano esperienze di ascolto diverse fra loro e tutte a loro modo piacevoli. La musica si sviluppa in tanti loop, espandendosi gradualmente, sotto l'effetto ammaliante di una bella varietà di tastiere vintage, come Vako Orchestron, Mellotron, Solina, MiniMoog, Rhodes e persino una bellissima celesta Shyedmaier che potete ammirare nella bella ed oscura "Bergslagen". Questo album è ricco di belle atmosfere ed è molto curato nella costruzione degli impasti sonori che non appaiono mai patinati né tanto meno pomposi, con incursioni di psichedelia, space rock, folk e anche di elettronica, con tanti nuovi particolari su cui indugiare che emergono ascolto dopo ascolto. Ogni pezzo ha la sua identità ed è davvero difficile segnalarne uno piuttosto che un altro: mi piace comunque citare la lunga traccia di chiusura di 11 minuti ("Västerbron 05:30"), con le sue melodie ripetitive, dal sapore folk ed un lungo assolo di chitarra sul finale in crescendo, oppure la alienante "Fem trappor", con i suoi minimalismi elettronici, o la tirata ed oscura traccia di apertura, "Kontrast". I riferimenti musicali sono quelli già presenti nel precedente lavoro e comprendono VdGG, King Crimson, Landberk, Anekdoten, Dungen, Träd Gräs Och Stenar e Kebnekaise. Un lavoro imbibito di suoni del passato, realizzato con sensibilità moderna, fresco e gradevole che farà sicuramente viaggiare la vostra immaginazione.
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