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Questo è il classico EP interlocutorio in cui si danno sfogo ad energie ancora inespresse e si tenta di esplorare territori musicali ancora più o meno inesplorati, per l’ottima coppia svedese formata da David Lundberg e Mattias Olsson è quindi il modo migliore per festeggiare il loro quarto tour negli Stati Uniti: per l’occasione si approfondiscono ed estremizzano le tendenze elettroniche tipiche dei Necromonkey con una interessante schiera di ospiti e amici tra i quali un Nicklas Barker fresco dall’ultima uscita degli Anekdoten ed il cantante del gruppo indie-pop svedese I’m From Barcelona, Emanuel Lundgren. In questo piccolo cd di circa diciotto minuti i Necromonkey fanno un po' di tutto e creano un piacevole caos sonoro un po' nerd e un po' sperimentale di brani improvvisati o dalla forma piuttosto libera, con vocals surreali e un po' demenziali, anche volutamente irritanti, qualche reminiscenza prog a la King Crimson (ovviamente) e riferimenti electro-new wave dal piglio modernista. In tutto sono tre brani, nel primo “Kinky Panda” pesa la presenza di Barker e pare quasi di ascoltare una versione schizoide Anekdoten con parecchia elettronica, anzi, in particolare sono proprio le interferenze ambient elettroniche a dare interesse e suggesione ad una struttura dai contorni incerti; sicuramente l’elettronica degli Necromonkey in questa fase è meno ordinaria se paragonata a quella del loro album più recente “Show Me Where It Hertz” in cui si percepivano atmosfere da anni ottanta. Se “Kinky Panda” rappresenta il lato rock, per modo di dire in quanto totalmente deviato, “Pocket Tribe” sposta il baricentro verso una specie di technowave dalle tinte piuttosto oscure anche se permane un approccio sardonico, folle e vagamente apocalittico. Nel suo insieme “The Shadow Of The Blind Man” suona come una parodia nella sua ostentata stranezza, ma contiene comunque intuizioni e arrangiamenti di una certa efficacia, tenendo sempre conto che la musica e in gran parte improvvisata. A chiudere l’EP ci pensa un brano ambient dronico “Nyfiken Blod” dalla funzionalità catartica nella sua serenità. Che dire? Per i fan completisti dei suddetti musicisti questo mini cd può essere un bell’affare da integrare alla loro discografia, altrimenti, a meno che non siate inclini alle stramberie più o meno provocatorie, si potrebbe anche soprassedere. Infine, come al solito, bella ed evocativa la tenebrosa copertina curata da Henning Lindahl.
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