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Avevo lasciato l’ex tastierista dei Kyrie Eleison con il ricordo non particolarmente felice del suo precedente cd “Timediver”, lavoro sin troppo fragile ed effimero nel suo insieme. Nonostante i non esaltanti risultati, Gerald Krampl è comunque un musicista prolifico e generoso, come dimostrano i suoi diversi progetti organizzati nel corso negli anni, a distanza di un anno da “Timediver” pubblica dunque il suo ultimo disco solista “Innocent Wasteland”. La mia reazione durante l’ascolto di “Innocent Wasteland” è piuttosto ambivalente: al di là della sostanziale banalità e delle noiose e talvolta irritanti sonorità delle tastiere, si avverte in questo lavoro un minimo di tensione nello sviluppo nei brani e qualche melodia abbastanza convincente; in particolare il clima generale di questo cd è piuttosto angosciato e depresso, probabilmente un riflesso della sua visione della realtà immersa nelle tragedie umane, a ogni modo filtrata da una concezione romantica e poetica della musica. L’utilizzo degli effetti elettronici è comunque piuttosto pretestuoso e non particolarmente efficace, la mentalità di Krampl è quella del pianista classico, spesso indifferente all’idea di poter approfondire degnamente la timbrica ed i suoni delle sue tastiere. E’ un approccio alla musica ormai obsoleto e datato, specialmente se pensiamo alle enormi possibilità che oggi ci vengono offerte dai più svariati softwares audio e musicali. Piuttosto perchè allora non produrre la propria musica in chiave completamente acustica, magari con una vera sezione d’archi? Oppure, perchè non recuperare ed utilizzare esclusivamente una strumentazione vintage, rispolverare le vecchie tastiere utilizzate ai tempi dei Kyrie Eleison e bandire del tutto le sonorità plasticose che infestano dischi come “Innocent Wasteland”... sicuramente il disco ci guadagnerebbe in espressività, calore e valore artistico. Così com’è presentato, pur nelle sue buone intenzioni, “Innocent Wasteland” rischia di apparire alla stregua dei tanti esercizi new-age pubblicati a valanga negli scorsi vent’anni.
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