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Dopo la recente discreta prova di “Innocent Wasteland” Gerald Krampl dimostra di attraversare una buona fase creativa con l’uscita di “Lighthouse”, sua nuova opera strumentale concepita più o meno sulla falsariga dei lavori precedenti, senza grandi sorprese e prospettive di particolari rivelazioni artistiche ma fortunatamente abbastanza ispirata per garantirci dei momenti musicali abbastanza intensi. Per chi ha già un po’ di familiarità con la musica dell’ex tastierista dei Kyrie Eleison sa già cosa aspettarsi da questo cd, ovvero un’oretta circa di musica da camera per pianoforte e qualche blando effetto elettronico di contorno, un tipo di musica piuttosto ombrosa ed austera, mai sopra le righe, venata di un romanticismo decadente piuttosto suggestivo. “Lighthouse” in effetti è stato concepito e pensato come una raccolta di impressioni personali dell’autore, una serie di semplici quadretti musicali impressionistici attraverso i quali Gerald Krampl condivide con noi le sue esperienze vissute nel corso dell’ultimo anno trascorso. Sia nei momenti più cupi che in quelli più sereni e contemplativi quello di Krampl è uno sguardo puro e diretto, velato di malinconia e di un grande senso di compassione. L’approccio minimale e struggente della sua musica, caratterizzata da un forte richiamo alle composizioni di Satie, rimane purtroppo compromesso dalla solita scelta poco felice di utilizzare un repertorio timbrico a livello midi, senza un grande interesse da parte dell’artista di sviluppare certi importanti dettagli di carattere tecnico… il suono che ne deriva è quindi appesantito da una patina sonora decisamente artificiosa e sintetica che non rende giustizia alla naturalezza degli intenti artistici di Krampl. Si ripetono dunque gli stessi difetti riscontrati in “Innocent Wasteland”, anche se fortunatamente il livello medio delle composizioni rimane mediamente accettabile, buono per trascorrere dei momenti di solitaria meditazione e relax. E’ davvero un peccato come Gerald Krampl non sia intenzionato ad incidere la sua musica con la collaborazione di un piccolo ensemble di musicisti, l’introduzione di una vera sezione d’archi sicuramente darebbe una grande spinta alla sua musica!
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