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IAN BODDY AND PARALLEL WORLDS |
Exit strategy |
DiN Productions |
2011 |
UK/GRE |
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Bakis Sirros, alias Parallel Worlds, si era fatto notare con un bel disco d’esordio piuttosto intenso e ricco di spunti intriganti, “Obsessive Surrealism”, seguito però da un secondo lavoro musicalmente discreto ma non altrettanto convincente ed incisivo. Secondo uno schema abbastanza consueto nel panorama discografico della Din, Bakis Sirros si è messo in coppia con Ian Boddy per dar vita ad una nuova collaborazione intesa a rappresentare una sintesi delle caratteristiche dei due musicisti, fino a creare uno strano amalgama sonoro dai contorni piuttosto oscuri. L’intesa fra Boddy e Sirros si evidenzia nell’equilibrio in cui si svolgono le trame musicali di “Exit Strategy”, equalmente diviso tra l’ambient psichedelico di Boddy e le orchestrazioni futuristiche e dark di Parallel Worlds. In questa occasione Ian Boddy riserva molto spazio alle sonorità in glissando dei sintetizzatori, l’attitudine musicale e vicina ai suoi lavori con Robert Rich, caratterizzati da una grande spazialità e dall’incedere ipnotico della musica; Bakis Sirros prosegue invece con l’approfondimento del suo stile drammatico e carico di tensione, qui decisamente più ispirato che nel suo ultimo “Shade”… “Exit Strategy” è un lavoro che si apprezza per la fluidità della musica, i brani si succedono in un susseguirsi di chiari-scuri cybernetici ben legati fra loro, in modo da creare una sorta di concept piuttosto strano ed inquietante, in cui anche nei momenti più rilassati e meno claustrofobici, dove i due musicisti si inoltrano nei territori dell’ambient psichedelica e vagamente etnica alla Robert Rich e frammenti cosmici dei Tangerine Dream più narcotici, non si perde quella sensazione di mistero e pericolo imminente che si fa palese nei frangenti più melodici e ritmici, fino a raggiungere una dimensione gotica e decadente che non sfigurerebbe in una qualche colonna sonora di John Carpenter. “Exit Strategy” non è certo il disco più ostico pubblicato dalla Din ma sicuramente rientra a far parte della categoria “dark electronic”, quindi è un disco che nella sua oscura ed impressionante massa sonora tecnologica potrebbe suscitare notevoli momenti d’ansia nell’ascoltatore più fragile ed indifeso…
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Giovanni Carta
Collegamenti
ad altre recensioni |
BODDY / WÖSTHEINRICH |
Moiré |
2005 |
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