|
VAN DER GRAAF GENERATOR |
Recorded live in concert at Metropolis Studios, London |
Salvo |
2012 |
UK |
|
Un piccolo palco, in un piccolo studio di registrazione, con un fortunato e limitato pubblico che riempie l’ambiente al punto da farlo sembrare ancora più minuscolo. Su quel palco, tre distinti signori inglesi, un po’ avanti con l’età, i cui volti sono segnati da rughe di chi ha vissuto tante esperienze, sembrano dei giganti. Non hanno certo l’aspetto delle rock-star, ma per non pochi appassionati sono delle leggende e l’appellativo di “giganti” diventa quanto mai calzante. Sono i tre che portano avanti l’avventura dei Van der Graaf Generator. Peter Hammill, Hugh Banton, Guy Evans. Ascoltare la loro musica è sempre un qualcosa di speciale, un’emozione particolare, una sensazione unica. Lo scetticismo con cui è stato visto l’abbandono di David Jackson è stato spazzato via con album che solo i più estremisti possono considerare di basso valore. Prima “Trisector”, poi “A grounding in numbers” hanno mostrato un gruppo ancora vivo, ancora con idee validissime, ancora pronto a prendersi anche qualche rischio. E il palco diventa la naturale prosecuzione delle esperienze in studio. In questo show registrato il 18 dicembre 2010 i Van der Graaf Generator spaziano in un repertorio prevalentemente basato su brani recenti. Ma capace anche di regalare deflagranti e spettacolari versioni di classici senza tempo come “Lemmings”, “Childlike faith” e “Man-erg”. E di anticipare composizioni che avrebbero visto la luce solo due anni dopo su “A grounding in numbers”. L’affiatamento tra i tre - non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo - è perfetto. Da diversi anni suonano con una strumentazione ristretta: Hammill al piano e alla chitarra (oltre che, naturalmente, alle parti vocali), Banton alle tastiere, Evans alla batteria. Ma il flusso di energia è costante. E’ potente. A tratti devastante. Con quel suono ancora oggi unico e inimitabile. Magari più scarno, più algido, ma che non ha perso intensità. I quattordici minuti e mezzo di “Lemmings” sono emblematici: una lunga digressione strumentale fa da perfetta introduzione ad uno dei brani più intensi e violenti del Generatore, capace di alternare riff micidiali, dissonanze, improvvisi squarci di luce vagamente classicheggianti durante la sempre magistrale interpretazione canora hammilliana. Si alternano brani lunghi e articolati (splendidamente riuscita anche la versione live della recente “Over the hill”) ed altri più brevi e diretti, con questo sound compatto e claustrofobico. L’intero concerto è da cardiopalma. D’altronde si sa e si è detto che ascoltare la musica dei Van der Graaf Generator è qualcosa di assimilabile ad un vero e proprio rito e non è un caso che i fortunati spettatori assistono al concerto in un silenzio religioso e medianico, salvo poi far partire lunghi applausi ed ovazioni al termine di ogni brano. E’ un classico nei concerti dei Van der Graaf Generator che non è mai cambiato nel corso degli anni. E la fedeltà degli adepti è sempre ben ripagata. Tutto è registrato e filmato per questa uscita in una bella confezione cartonata contenente due cd ed un DVD che va ad infoltire una serie di pubblicazioni che vedono tra i vari protagonisti, con prodotti simili, anche Caravan, John Lees’ Barclay James Harvest e Caravan. E i fan di Hammill e del Generatore ringraziano!
|
Peppe Di Spirito
Collegamenti
ad altre recensioni |
VAN DER GRAAF GENERATOR |
Present |
2005 |
VAN DER GRAAF GENERATOR |
Present |
2005 |
VAN DER GRAAF GENERATOR |
Alt |
2012 |
|