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NICKLAS BARKER |
El ultimo fin de semana |
Azafran |
2011 |
SVE |
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Perché mai uno svedese dovrebbe usare per il suo primo album solista un titolo in spagnolo? Presto detto: si tratta infatti della colonna sonora dell’omonimo film horror del regista iberico Norberto Ramos Del Val, avete capito bene. E così invece di dire che musica come questa, che ricorda molto i Morte Macabre o anche i connazionali Anima Morte, potrebbe essere l’ideale colonna sonora di un film dell’orrore, eccovi serviti con una colonna sonora in piena regola! Diana vuole festeggiare la sua promozione in ufficio e invita i suoi colleghi a trascorrere un fine settimana nella casa della nonna. Il villaggio è deserto ed il paesaggio ameno nasconde, anche se i protagonisti non lo sanno, un grande segreto. Per qualcuno di loro si tratterà dell’ultimo fine settimana della loro vita. Per disegnare i contorni musicali della storia Nicklas sfoggia Mellotron, Theremin, sintetizzatori e basso e porta sulla scena del crimine il batterista Peter Nordins, suo compagno proprio nei Morte Macabre e ovviamente anche negli Anekdoten, Martha Barker al violoncello e Karolina Bergström al violino. Le dodici brevi composizioni che compongono l’album e che si aprono con una breve sequenza recitata, giusto per proiettarci nell’atmosfera scenica cinematografica, sono in realtà abbastanza autosufficienti rispetto alla pellicola e possono essere ascoltate anche senza nulla conoscere della trama del film. Vengono scelte sonorità vintage oscure, con pesanti impasti di organo e Mellotron mentre il Theremin, come già si può ascoltare nell’inquietante “Celestial Ghost”, produce gemiti e lamenti. Gli archi naturali potenziano le suggestioni Mellotroniche, molto bella in questo senso “By the Shore”, entrando in una complessa stratificazione di suoni e registri che creano atmosfere pesanti e penetranti. La parte ritmica manca in realtà quasi del tutto e la troviamo ad esempio in “Chase Purgatory” in cui finalmente possiamo ascoltare la batteria ed il basso che pulsano portando un po’ di linfa vitale in uno scenario sonoro tetro e denso di tensione. Non mancano momenti di poesia, come la sognante “Sister Phantasm”, in cui viene scelto un dolce registro di flauto a disegnare quella che potrebbe essere una classica ballad in stile Anekdoten. Un pezzo forse un po’ fuori della media dell’album è invece quello di chiusura, una traccia insolitamente rassicurante che sembra uscita direttamente dagli anni Sessanta con una base ritmica morbida e melodie sinuose: non a caso il titolo è “Beach Girls”. Sicuramente le tonalità sonore scelte sono gradevoli per chi ama certe sonorità vintage, soprattutto quelle utilizzate dalle band svedesi citate in questa recensione, bisogna comunque dire che queste sono utilizzate, come avrete sicuramente capito, più che altro per creare delle ambientazioni sonore che spesso mancano di dinamica ma che riescono in maniera efficace a creare delle forti suggestioni emotive. Con questo non voglio certo dire che la musica sia qualcosa che rimane sullo sfondo, anzi, essa riesce a catturare perfettamente l’interesse dell’ascoltatore con i suoi scenari tetri e ricchi di mistero, se non addirittura minacciosi. Questo album, ben fatto ed interessante nella sua tipologia, è disponibile anche in una versione limitata in vinile di trecento copie che contengono anche una download card per poter scaricare legalmente la sua versione digitale. Non so assolutamente se la pellicola sia meritevole di essere vista ma sicuramente questo disco lo è di essere ascoltato.
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Jessica Attene
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