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L’abbandono di una voce femminile, quella di Emila Derkowska, è stato sicuramente un duro colpo per i fan che avevano imparato ad amare i Quidam anche grazie alla sua leggiadra presenza. Sostituirla con una maschile dotata di uno stile totalmente diverso voleva dire rompere nettamente col passato e da questa svolta nasceva un album incerto e privo di appeal, e mi riferisco ovviamente a “SurREvival” del 2005. Ma la qualità di una band si vede anche dal sapersi mettere in discussione e dal trovare il coraggio di ricominciare il viaggio dopo il disastro. Nasce così l’elegante “Alone Together”, un album che può essere collocato ai vertici della discografia dei Quidam, nonostante le evidenti differenze con gli esordi. Si dice che chi si è scottato con l’acqua calda poi ha paura anche di quella fredda. E’ così che, seppure dopo aver meritatamente recuperato la mia fiducia, l’approccio a questo nuovo lavoro non è stato proprio facile, anche perché la traccia di apertura, “Haluświaty”, mi ha nuovamente proiettato indietro verso le soluzioni radiofoniche di “SurREvival”. Ecco un’altra dolorosa e facile stroncatura all’orizzonte, mi sono detta. E invece non bisognerebbe mai essere così drastici, per lo meno senza aver acquisito prima tutti gli elementi di giudizio. E’ vero che in partenza l’album è dotato di poco fascino e trasmette decisamente poca empatia: anche “Obok mam”, preceduta dal breve intermezzo “…lato” (estate, in italiano), che recupera vaghe fragranze Big Beat un po’ alla Bemibem, stemperate in una atmosfera new prog, risulta decisamente poco convincente. Ma gradualmente la riscossa arriva, basta avere fiducia. In “Walec” segnaliamo il piccolo contributo dell’ospite Natalia Grosiak a rischiarare con la sua fragile voce arrangiamenti che si sono leggermente induriti ed ecco finalmente, con “sPotykanie”, ricomparire quel progressive pop candido come un mantello di neve sul quale vengono disegnati, tinta su tinta, particolari delicati e quasi impercettibili, fatti di suoni ovattati e piccole esili raffinatezze sullo sfondo. Sicuramente da notare è un riscoperto uso della lingua polacca che sostituisce l’inglese, con la sola eccezione di “Walec”, non facendolo affatto rimpiangere, e questo può essere un valore aggiunto. Anche quando i toni si fanno più oscuri si gioca tutto sullo sfondo e sui particolari, molto bella in questo caso è “...jesień” (autunno) che mescola tenui tocchi elettronici a suggestioni quasi ambient e soft jazz in un insieme sofisticato ed elegante per poi sfociare naturalmente nella più concitata “Ostatecznie”, in cui stavolta gli elementi ritmici, molto movimentati, si portano in avanti. Ma secondo me sulle atmosfere leggere e impalpabili il gruppo riesce ad essere molto più convincente ed ecco che “…zima” (inverno) appare delicata e pungente con il bellissimo flauto di Jacek Zasada che sembra quasi sussurrare, intrecciandosi a una chitarra Floydiana carezzevole e a trame ritmiche felpate ma brulicanti. Forse per dare un completo senso dello scorrere delle stagioni, alla fine dell’album il cerchio si chiude con l’arrivo della primavera, “Wiosna”, che questa volta nel titolo non presenta i puntini di interpunzione, segno questo che l’album evidentemente si chiude qui. La primavera è ancora segnata da tonalità tenui, sognanti e malinconiche, anche se leggermente più rilassate, nel solito flebile alternarsi di sensazioni sonore. In generale vengono preferiti scenari minimalisti, suoni impalpabili ma limpidi, movimenti sinuosi e mai improvvisi, in una formula che oscilla fra prog melodico, ambient, soft-jazz e pop mai invadente ma che richiede al contrario ascolti successivi ed approfonditi. Se non fosse stato per qualche ripensamento e qualche scivolone, soprattutto in apertura, e se il gruppo avesse dato più enfasi a certe ambientazioni sonore questo sarebbe potuto essere un grande album ma purtroppo non lo è. E’ un’opera piacevole che non ci nega qualche bella soddisfazione ma anche incerta e traballante per diversi aspetti. Se avete apprezzato “Alone Together” qui c’è ancora qualcosa che potrebbe fare al caso vostro ma non aspettatevi niente che lo eguagli.
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