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A due anni di distanza dalla pubblicazione della ristampa dell’esordio dei Quidam, la Gad Records compie un’operazione simile per il secondo lavoro dei polacchi, “Sny aniolow”. Uscito originariamente nel 1998 in due versioni, una per la Rock Serwis, in lingua madre, ed una con testi in inglese intitolata “Angels’ dream”, edita dalla Musea, l’album era già stato ristampato nel 2006 in un doppio cd che le raccoglieva entrambe. Adesso arriva questa nuova rimasterizzazione, disponibile in cd ed in tre diverse edizioni limitate in vinile. I Quidam, dopo gli apprezzamenti per il loro debutto, a cavallo tra rock sinfonico e new-prog, puntarono su un seguito caratterizzato da una ricerca ancora maggiore della melodia. Così, introdotto da un breve strumentale guidato dalla delicatezza di un flauto accompagnato da suoni della natura, il nuovo album si sviluppava attraverso una serie di brani più diretti e immediati, per lo più solari, indirizzati verso un pop-prog di estremo buon gusto e che non perdeva l’eleganza di fondo dettata dalla bravura e dall’ispirazione di ottimi musicisti. In un contesto simile spiccava ancora di più la voce soave di Emila Derkowska, protagonista di un’altra prova maiuscola. Gli ultimi tre pezzi del disco, però, si mostravano più particolari e differenti. C’era “Pod powieka”, la mini suite di quasi quattordici minuti, che metteva ben in evidenza le ottime capacità del gruppo di proporre un prog sinfonico solido ed equilibrato, tra belle melodie vocali, spazi strumentali di grande intensità, le consuete variazioni di tempo ed un’atmosfera drammatica che si protrae per l’intera durata della composizione. “Przebudenie (swit nadziei)”, invece, era un elegantissimo tassello malinconico, finemente articolato tra voce, pianoforte, flauto e violoncello. La conclusione era affidata ad una cover di “Jest taki samotny dom”, tratta dal repertorio più prog dei connazionali Budka Suflera e per la prima volta i Quidam mostravano straordinarie capacità nella rielaborazione di brani di altri artisti, cosa che sarà ancora più evidente quando andranno a toccare monumenti quali “Rhayader/Rhayader goes to town”, “Child in time” e “No quarter” negli anni seguenti. “Sny aniolow” non riuscì ad eguagliare i vertici dell’esordio, ma resta un gran bel disco che confermava come i Quidam fossero un gruppo di elevatissima qualità. In questa ristampa, similmente a quanto accaduto con quella del lavoro omonimo, c’è un brano in più, una nuova versione di “Pod powieka”, rieseguita dagli stessi musicisti che si sono incontrati per l’occasione nel 2022. In realtà, a questa registrazione hanno partecipato Emila (oggi Nazaruk), il tastierista Zbignew Florek, il chitarrista Maciej Meller e il flautista Jacek Zasada, mentre le parti del bassista Radek Scholl e del batterista Rafael Jermakow sono state recuperate dal multitraccia originale del 1998. Come “Sanktuarium” per la ristampa del primo album, anche la nuova versione di “Pod powieka” non si discosta nella struttura da quella che già conoscevamo e a variare sono l’interpretazione di Emila e i timbri scelti dai musicisti. Vogliamo però adottare le stesse parole utilizzate nella recensione della ristampa dell’esordio: “un tuffo al cuore”. Perché è davvero un tuffo al cuore riascoltare la band impegnarsi in una rielaborazione di un cavallo di battaglia ancora emozionante a distanza di venticinque anni dalla sua pubblicazione. Ed è ovviamente un tuffo al cuore riascoltare la voce di Emila, che non ha perso minimamente brillantezza e fascino e ammalia oggi come allora.
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