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BJØRN RIIS Lullabies in a car crash Karisma Records 2014 NOR

Bjørn Riis è il chitarrista e leader dei norvegesi Airbag che negli ultimi anni, con tre album in bilico tra Pink Floyd, Porcupine Tree, ballad malinconiche, space rock ed altro ancora, si sono guadagnati una certa stima non solo in ambito prettamente progressive. Con “Lullabies in a car crash”, Riis si prende una pausa dal gruppo ed in completa autonomia (a parte la collaborazione di Henrik Fossum, suo compagno negli Airbag, alla batteria) sforna questi 6 nuovi brani.
L'iniziale “A new day”, ricca di effetti, si adagia su sonorità quasi ambient, anche se la chitarra di Riis inizia a mostrare tutte le sue influenze con le sue note dilatate e “liquide”.
Molto bella “Stay calm” introdotta dalla chitarra acustica a cui fa subito seguito il cantato. L'atmosfera è tipicamente floydiana, con momenti molto intensi sia dal punto di vista lirico che strumentale, con le ariose partiture create dall'artista norvegese. Con i tappeti di synth, che “galleggiano” sulle note degli assoli dell'elettrica, a creare un muro sonoro molto convincente.
Anche “Disappear” si apre con la chitarra acustica accompagnata dalle malinconiche note del piano. La voce rimane delicata, qualche effetto “space” aggiunge pathos al brano come del resto i sempre convincenti momenti che si ritaglia la chitarra di Riis, un vero e proprio marchio di fabbrica.
I malinconici colori autunnali sono dipinti anche in “Out of reach”, con un altro passaggio “gilmouriano” che sconquassa la calma sospesa del pezzo. Ancora un lungo e “cerebrale” assolo di chitarra, seguito da atmosfere rarefatte e poi da un crescendo ritmico deciso e finanche heavy, segnano le linee guida di “The chase”, la quinta traccia dell'album.
Una sottile inquietudine segna l'inizio della title track, il buio prevale sempre sulla luce, un solitario tramonto romantico dagli spazi indefiniti sul chiassoso risveglio metropolitano. Solo a metà del brano l'accentuato vigore ritmico dà un po' di sollievo. Ma poco dopo tutto torna calmo ed avvolgente: il preludio all'ennesimo excursus solistico che libera gli animi sin qui fluttuanti ed evanescenti.
“Lullabies in a car crash” non è certamente un album spensierato, ma coinvolge la sensibilità dell'ascoltatore dalla prima all'ultima nota e se per voi la musica è anche questo, beh... benvenuti a bordo.



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Valentino Butti

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