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AIRBAG The century of the self Karisma Records 2024 NOR

Ci sono gruppi che raggiungono subito una loro dimensione stilistica, si trovano a loro agio con essa e non la abbandonano. Fanno parte sicuramente di questa categoria i norvegesi Airbag, che con “The Century of the self” giungono al loro settimo album (sesto in studio). In quindici anni di attività discografica non hanno cambiato di una virgola il loro sound. Se manca l’effetto novità, bisogna però ammettere che i loro lavori risultano sempre godibili. Anche il nuovo parto, quindi, è indirizzato verso sentieri di chiara matrice floydiana, periodo “Wish you were here” / ”Animals”. L’incipit “Dysphoria”, con oltre dieci minuti e mezzo e con quei rimandi anche ai primi Porcupine Tree, è subito lì a dimostrarlo. Ritmi compassati, melodie docili, tappeti di tastiere e quella chitarra elettrica che riprende in pieno il consolidato stile tramandato da David Gilmour. Formula semplice. Eppure efficace. I tre brani successivi viaggiano oltre i sei minuti mezzo con “Tyrants and kings” che è un po’ più up-tempo, “Awakening” che parte come ballata acustica per poi crescere di intensità e “Erase”, anche per l’incedere ossessivo del basso, presenta una forte componente drammatica, con più di un cenno allo Steven Wilson solista in alcuni sviluppi energici. Infine, c’è la pièce de résistance “Tear it down”. Sedici minuti in cui si gioca molto sull’atmosfera. Si percepisce fin da subito un carattere riflessivo e malinconico, che non si perde durante la lunga durata della composizione. Ma gli Airbag sono bravi a mantenere viva l’attenzione, tra eleganti soluzioni tastieristiche, piacevoli melodie vocali, soluzioni strumentali sognanti e i sempre splendidi passaggi solistici di Bjørn Riis, che con la sua chitarra non sarà magari originale, ma è sicuramente incisivo, mantenendo un bel feeling e puntando su timbri cari a molti e che mantengono sempre il loro fascino. “The Century of the self” entra degnamente nella discografia degli Airbag. Se la band vi è sempre piaciuta e non vi stancate di ascoltare il loro sound consolidato gradirete di sicuro anche questo nuovo lavoro.

 

Peppe Di Spirito

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