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Molti, negli anni, i dischi “strani” che ti passano per le mani. Le sorprese, specie nel progressive, sembrano non avere fine. Questa volta tocca alla storica band inglese dei Curved Air a darci questo particolare prodotto, la cui peculiarità è quella di presentarci lo stesso brano ripetuto sedici volte in sedici diversi concerti. Detto così sembra molto, molto limitativo, in realtà lo è un po’ meno. Il senso è che il brano in questione, “Propositions”, tratto dal primo album “Airconditioning” del 1970, è preso nella sua struttura originale, ma rivisto e passato all’improvvisazione, vale a dire che, pur rispettando di massima la struttura originale del brano, la sua prosecuzione è stata, di volta in volta, lasciata allo spirito del momento. Ovviamente non ne sono nati brani diversi, ma ci sono discreti divari interpretativi da una esecuzione all’altra. “Propositions” è un brano dalle forti tinte settantiane, con un progressive sporco di blues, di rock, di jazz, dai tratti sanguigni e jam chitarristici, si presta quindi in maniera particolare a questo tipo di esecuzione un po’ libera, a canovaccio, con gli assolo eseguiti “a occhiata”. La formazione è analoga a quella del precedente “Live Atmosphere”, ma, giusto per mantenere fresco il concetto di band dinamica, aperta e in assetto variabile, alla chitarra troviamo Kirby Gregory, che ricordiamo già presente nel quarto album della band “Air Cut” del 1973. Sonja Kristina, la storica vocalist e per certi versi incarnazione stessa della band, è presente solo nella prima e nell’ultima traccia, mentre tutte le altre prese sono totalmente strumentali. In effetti non c’è molto di più da dire se non ribadire che l’esperienza e la tecnica dei musicisti coinvolti si fanno assaporare in ogni momento e se chitarra e tastiere sono, soprattutto la prima, protagoniste assolute, grande spazio è lasciato anche alla sezione ritmica, con notevole e incessante apporto e al violino di Paul Sax. Un disco particolare, che non si può consigliare a tutti, ma che, chi ama questa band, non deve farsi mancare.
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