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CLAUDIO MILANO’S END FRIENDS (LA BOBINA DI TESLA) ManifestAzioni Live 2011-2023 Music Force 2023 ITA

Molto interessante questa pubblicazione, che è una sorta di retrospettiva sull’attività concertistica di Claudio Milano, cantante e artista sui generis che ha legato il suo nome a NichelOdeon e InSonar, ma che vanta un curriculum impressionante, con un numero notevole di collaborazioni (gli appassionati di prog italiano magari ricordano la sua partecipazione ai dischi della Curva di Lesmo e di Morreale). Claudio si è distinto soprattutto nell’ambito della ricerca vocale, della sperimentazione e dell’avanguardia, continuando a formarsi e a studiare nel corso degli anni e impegnandosi anche in progetti che uniscono più forme d’arte. Questo doppio cd contiene oltre due ore di musica registrata durante le esibizioni dal vivo che il cantante ha tenuto tra il 2011 e il 2023 in Italia e in Francia, in contesti diversi, ma che hanno come comune denominatore sempre quella voglia di guardare avanti, di trovare nuove sfide e di puntare, senza alcun compromesso, su scenari sonori non convenzionali. Davvero tanti i nomi che lo hanno accompagnato in questo percorso e spiccano subito quelli di Ares Tavolazzi, Paolo Tofani e Walter Calloni, insieme ai quali Milano si esibisce in “Per causa – nostra”, traccia d’apertura dell’album, che mostra come i musicisti in questione non abbiano perso la loro voglia di spingersi con gran classe verso un jazz-funk-rock robusto e innovativo. E se Tofani presta la sua chitarra in altri brani, segnaliamo la presenza di Vincenzo Zitiello in un paio di composizioni all’insegna di ambient, stravaganza e sperimentazione: “Gallia #4”, testimonianza di un concerto insieme agli InSonar e “Nostro padre ci aspetta – a Claudio Rocchi”, omaggio al celebre artista italiano degli anni ‘70. Ma sono davvero tanti i musicisti presenti in questo viaggio sonoro ed è molta la carne al fuoco nelle ventuno composizioni inserite nei due dischetti, visto che si passa con disinvoltura dallo spirito avanguardistico al folk, all’elettronica, al jazz, alla musica medievale, a scenari sonori all’insegna della più totale libertà. Nelle varie performance, Milano fa davvero di tutto con la sua voce e siamo in uno di quei casi in cui questa diventa vero e proprio strumento. La totale padronanza mostrata gli permette di cantare in italiano moderno e medievale, in tedesco, latino, greco, francese, gaelico, friulano, siculo e grammelot. A volte si esprime in quel “recitarcantando” caro a Demetrio Stratos, influenza che viene a galla in più di un’occasione. Prende inoltre a prestito versi di Dante, di Bertold Brecht e Kurt Weill, di Ungaretti, Battiato e diversi altri autori di spicco e ci lavora su insieme ai suoi compagni di avventura. Diverso spazio è occupato dallo Strepitz Open Project, sorta di laboratorio musicale friulano tra improvvisazione, teatro e musica completamente fuori dagli schemi e segnaliamo, in particolare, i quasi venti minuti di “Da la leggenda di Zlatarog: Identità/Claps”, tra vaghe reminiscenze del primo Alan Sorrenti, ossessioni tribali e recitazione. Un documento davvero avvincente e singolare, contenente quasi esclusivamente musica inedita (solo “Amanti in guerra” era già presente su un altro live), che potrà essere molto ostico per chi non va molto oltre certi schemi consolidati; ma per chi preferisce soluzioni sonore molto più particolari, lo spirito d’avanguardia a cui abbiamo fatto più volte riferimento e gli esperimenti vocali di Milano possono rappresentare una tappa ricca di sorprese e di soddisfazioni.



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Peppe Di Spirito

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