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NICHELODEON Cinemanemico autoprod. 2007 ITA

Nichelodeon è il progetto di Claudio Milano, cantante milanese autore di due lavori che ho avuto il piacere di ascoltare in contemporanea a questo.
Questo interessante gruppo, oltre alla voce di Claudio, può contare sull’apporto di Francesco Zago (Nightwatch e Yugen), Maurizio Fasoli (Yugen), e Riccardo di Paola.
Ci troviamo di fronte ad un lavoro alquanto particolare. I vari percorsi musicali, le varie influenze non solo musicali dei quattro musicisti, si vanno a fondere per creare qualcosa di originale e non scontato. Dal crogiuolo in cui si mescolano le varie esperienze dei quattro nasce Nichelodeon. “Cinemanemico” è un progetto live, registrato a Milano tra l’ottobre e il novembre 2007 durante la performance “La stanza suona ciò che non vedo”, performance dove la musica è accompagnata dai video di Marco Rossi (presente recentemente alla Biennale di Venezia) e dalle teste scultoree di “Letestedimary”. La musica che si trova nelle dieci tracce di questo cd sembra fatta apposta per accompagnare uno spettacolo o comunque un progetto multimediale. Le musiche di Claudio erano già state, infatti, usate per cortometraggi, videoinstallazioni, mostre d’arte contemporanea, spettacoli teatrali e di danza in giro per l’Europa.
Il rock si va ad incontrare con l’avanguardia, la psichedelica con la classica. Questo frullato sonoro (considerato tale anche dall’autore della maggior parte delle musiche) non risulta però per nulla indigesto anzi, con il passare degli ascolti, diventa sempre più intrigante. Ricorda, se non proprio musicalmente, da un punto di vista stilistico certe cose dei primi Epsilon Indi, autori anche lo di musiche per spettacoli teatrali.
Avendo potuto ascoltare i progetti solistici di Claudio Milano ho potuto notare l’evoluzione di certi brani contenuti in questo live.
Un brano come “FAME”, per esempio, già importante di suo nella versione contenuta in ”la stanza suona ciò che non vedo” (secondo cd solista di Claudio Milano), si evolve, diventa più pieno grazie all’arrangiamento di un gruppo che esalta quello che già di buono sta nella materia prima. Stessa cosa per un brano come “La torre più alta” forse il mio preferito del lotto.
La riproposizione di “Una lascia che io pianga “ di Haendel che può sembrare anche pacchiana (se non si capisce visivamente in che situazione è inserita all’interno dello spettacolo, e spero vivamente di avere la possibilità prima o poi di vedere una loro esibizione) è invece da un punto di vista prettamente musicale un buon modo di mettere in luce le qualità della bella voce di Claudio.
Voce in cui si possono trovare molte influenze, da Hammill a Diamanda Galas. Personalmente ci trovo anche molto di Alberto Fortis.
Degne di nota anche le due composizioni di Francesco Zago “Flower of innocence” forse il brano più canonicamente progressive con forti influenze hammiliane e il minuto e mezzo di “La mosca stregata” composizione al pianoforte in cui si riprendono atmosfere di musica contemporanea.
Un lavoro per chi ama la musica a 360 gradi, ricco di spunti interessanti anche per gli amanti del rock progressive meno canonico.

 

Antonio Piacentini

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