La fama arrisa ai Dream Theater ha purtroppo offuscato una stella di prim'ordine, quella dei longevi Fates Warning: il quintetto di Cincinnati ha esordito ben prima dei celebri newyorkesi ma questo sembra essere ignoto ai più. A prescindere da questa annotazione è da dire che la band di Jim Matheos vanta comunque un palmares invidiabile e degno di ogni rispetto, tra cui appare il magnifico "A pleasant shade of gray", a mio avviso uno dei maggiori lavori in ambito prog metal: a 3 anni di distanza, e dopo il live-album "Still live", i nostri ritornano con quella che si può considerare la prova più matura e completa. Difficile farlo dopo un'opera di indiscusso splendore quale la suite del '97. Alle suadenti e raffinate melodie di "Inside out" ed alla fascinosa essenzialità di "Pleasant shade" segue un suggestivo lavoro, solo all'apparenza più abbordabile: Matheos è chitarrista ed autore intelligente e misurato, la sezione ritmica del maestro Mark Zonder e dell'ex Armored Saint Joey Vera è praticamente perfetta, un motore ritmico precisissimo e fantasioso; Kevin Moore alle prese con tastiere tecnologiche ed ipnotici loops elettronici, Ray Alder come al solito interprete espressivo ed ugola cristallina come poche. 7 brani di prog metal non autoindulgente né circense (come si ascolta da un po' di tempo anche da bands più blasonate...), una forte presenza di inserti elettronici e trance, la consueta attenzione ad aperture melodiche di classe che convivono con ardite e tortuose scansioni ritmiche, una generale atmosfera post-apocalittica e malinconica. Finalmente un bagaglio di esperienza ed una capacità tecnico-esecutiva messe al servizio di idee ben precise, non virtuosismi fini a se stessi né l'atteggiamento da rockstar grasse e soddisfatte che campano di rendita. La produzione del mitico Terry Brown dona poi un'ulteriore tassello di fascino ad un lavoro davvero accattivante. Uno dei migliori album di prog metal degli ultimi anni.