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Gli album precedenti dei Cliffhanger sono stati qualcosa di particolare nell'ambito del new-Prog: di certo appartengono a questa corrente, ma hanno sempre coniugato idee moderne con tematiche musicali più impegnate (stile Van Der Graaf o King Crimson) e sonorità anni '70. Per tutto ciò il gruppo può raccogliere benissimo consensi anche presso coloro che mal digeriscono i parti di Marillion, Pendragon e simili. Questo "Mirror site" è il loro terzo album e si presenta leggermente diverso rispetto ai precedenti, non tanto per la descrizione sopra accennata, quanto per il fatto che il gruppo ha aggiunto un pizzico di melodia alla propria musica, di linearità leggermente più orecchiabile. Lungi dall'aver diminuito le caratteristiche positive che ci avevano fatto apprezzare i due precedenti lavori, la cosa ha invece accresciuto il piacere di un ascolto meno impegnativo e più teso al godimento del sinfonismo che il gruppo offre. Si tratta di una variazione minima, ad ogni modo, ma efficace. Il miglior album di questo gruppo rappresenta sicuramente una ghiottoneria per molti palati progressivi.
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