|
E’ inutile presentare i Cliffhanger ai lettori di Arlequins. La band olandese, fin dai timidi esordi d’inizio anni ’90, si è sempre dimostrata una delle realtà più interessanti del Prog europeo, col suo Prog sinfonico molto caratteristico, solo minimamente influenzato dal New Prog britannico, a differenza di gran parte delle band omologhe olandesi, in favore di un bel recupero di sonorità anni ’70, facilitato dall’utilizzo di una strumentazione vintage e da scelte compositive lontane dalla banalità e alla ricerca comunque di una propria identità. Oggigiorno tutto ciò potrebbe sembrare banale, ancorché interessante… ma in quegli anni tutto ciò non era così scontato. A fronte di una serie di album di livello notevole (salvo l’ultimissima prova, decisamente in calando), si è sempre detto che parte del miglior materiale prodotto da questa band era rimasto inedito o pubblicato solo su cassetta; finalmente quindi questo viene reso disponibile in un’unica release, scegliendo la formula del DVD, ove questo formato non viene utilizzato per presentare un video, anche se è presente come bonus un estratto di un concerto del 1994, bensì come DVD-dati, presentando al suo interno ben 8 mini-album (o demo-tapes… o registrazioni di fortuna che sia) che possono essere navigati e goduti come semplici tracce audio, per un totale di circa 10 ore di musica. Si parte quindi col primo demo (totale di 23 minuti), registrato sul finire del 1993, contenente 5 tracce, 4 delle quali edite in album successivi (anche se “Oh Cloudy, Cloudy Sky” venne unita su CD ad un’altra canzone e “Here comes the utopian” è presente solo in un album live) e l’inedita “Sinister memories”. Il successivo “Cliffhanger live” (della durata di 73 minuti), registrato nel settembre del ’94, non contiene brani inediti, ma possiamo ascoltare una prima versione di quelli che diverranno dei classici del repertorio del gruppo, ovvero “Kill your darlings”, “Colossus” o “Hopeless”, suonate con l’energia e l’entusiasmo di un talentuoso gruppo ai suoi esordi. All’epoca dell’uscita del successivo demo “Burning alive!” (46 minuti) i Cliffhanger avevano già cominciato a fare sul serio: “Cold steel”, il loro primo album, era stato appena pubblicato dalla SI Music e il gruppo entra nella sua miglior fase creativa. In questa cassetta si possono ascoltare belle versioni live di “The artist” e una versione di “Ragnarök” leggermente più breve di quella poi finita sul successivo album “Not to be or not to be” (considerato questo, a ragione, la vetta creativa del gruppo). “Live at De Boerderij” (74 minuti) risale anch’esso alla fine del ’95 e non contiene brani inediti ma presenta sette tra le migliori composizioni del gruppo, eseguite con il solito entusiasmo capace di catturare l’ascoltatore dal primo all’ultimo minuto. Il live era già stato pubblicato dalla stessa band a suo tempo in tiratura… confidenziale. Col successivo “Live at Chateau” facciamo un salto di un anno e ci apprestiamo a gustarci due ore di musica suonata -ancora una volta- ad alto livello, con le stesse scalette dei live precedenti, integrate ovviamente da altri brani, come la bella “Innocent victim”, il pezzo d’apertura di “Not to be…”. Il capitolo successivo si intitola “Mirror live & lost” e in effetti si tratta dell’album “Mirror live”, registrato e pubblicato nel 1997, nella sua interezza, integrato da 35 minuti di musica extra presa dallo stesso concerto; nulla da aggiungere quindi, dato che si tratta in maggior parte di registrazioni già sentite anche se, come ricorda il bassista Gijs Koopman nel booklet, è interessante notare come un brano come “Rainforest” si sia evoluto nel tempo. Nel penultimo capitolo è presente un solo brano, rimasto inedito, intitolato “Burning”, della durata di 6 minuti; senza infamia e senza lode, a dire il vero. L’ultima voce del menu, almeno per quanto riguarda la parte audio, è il “Live at the Tavenu”, registrato nel 2001, dopo la reunion del gruppo (che si era sciolto nel ’98). Novanta minuti di musica che spaziano tra tutto il repertorio dei Cliffhanger, incluso l’ultimo album “Circle”, decisamente non all’altezza del materiale precedente. Anche a livello di suoni, in questo live si può notare chiaramente la differenza e il suo ascolto fa oscillare i nostri sentimenti dal godimento di quella che comunque è buona musica, alla tristezza per gli ultimi passi di uno dei migliori gruppi olandesi di Prog. Rimane da vedere il bonus video, intitolato “Live at Willem II” e registrato nel 1994. Le riprese sono di qualità amatoriale e un po’ sbiadite, a dire il vero, ma ben realizzate ed effettuate con almeno due camere, con inquadrature abbastanza azzeccate e un buon audio. Il repertorio propone 48 minuti del meglio che il gruppo suonava al momento ed è possibile godersi l’energia che i musicisti offrivano al pubblico. Questa pubblicazione, ancorché inusuale nel formato, offre la possibilità a tutti noi che abbiamo apprezzato questa band di poter effettuare una full immersion nella sua storia, permettendoci di seguire quasi passo passo le sue evoluzioni, accompagnati da brani che ci diverranno così familiari che parranno dei piccoli classici. L’importanza che i Cliffhanger hanno avuto non si è fermata agli album pubblicati a loro nome, ovviamente, dato che, una volta dissolto il gruppo madre, i suoi musicisti sono andati a formare altri gruppi interessanti quali Knight Area e King Eider, nessuno dei quali -ahimé- all’altezza della band di provenienza.
|