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La storia dei Clearlight inizia nel 1975 con un progetto del tastierista francese Cyrille Verdeaux che vedeva riuniti attorno a sé, fra gli altri, musicisti scelti dalle fila dei Gong (Steve Hillage, Tim Blake, Didier Malherbe). Fra le opere più ambiziose di Verdeaux è da annoverare sicuramente il concept in 6 CD "Kundalini Opera" (iniziato ad uscire sotto forma di vinili separati, a partire dal 1984 e poi pubblicato in un singolo box set su supporto digitale nel 1999). Ebbene, questa Infinita Sinfonia rappresenta il settimo capitolo dell'Opera Kundalini e un assaggio di questo piccolo gioiello è inoltre disponibile sul triplo concept "Kalevala" che racchiude, per la precisione, il III movimento. Con simili premesse si vengono a creare attorno a questo lavoro una serie di aspettative, rafforzate dalla presenza dello stesso Didier Malherbe, che ci regala splendidi contrappunti di sassofono e flauto. Altresì mirabile è l'opera percussiva e vocale del compianto Shaun Guerin (il batterista della tribute band "Cinema Show", nonché apprezzato solista) che possiamo ammirare in una delle sue ultime fatiche prima della sua prematura scomparsa.
Sebbene legata dal filo conduttore del concept ad una cospicua pregressa produzione, l'opera gode comunque di una propria autonomia, per cui può essere tranquillamente apprezzata anche senza conoscere gli antecedenti. E' bene precisarlo: sarebbe infatti un peccato privarsi di questo grazioso album liquidandolo semplicemente come il sequel di una saga senza fine. L'album è un'opera corale, fluida e maestosa, che si dispiega ininterrottamente lungo 6 movimenti, senza soluzione di continuità e per la durata complessiva di circa un'ora. L'ultima traccia, la settima, è in realtà una bonus track che consiste nella versione remixata per le emittenti radiofoniche del III Movimento. Il Cd comprende inoltre gli mp3 del III Movimento estratto dall'album "Symphony II" e della versione demo del V movimento.
Per quanto riguarda invece la musica è apprezzabile una certa commistione di stili, pur rimanendo sempre su territori sinfonici e leggiadri (a volte con reminescenze vicine agli Enid per quanto riguarda le atmosfere più avvolgenti): sono infatti riconoscibili elementi vagamente new age, labilmente fusion e tratti dai connotati più marcatamente americani che ricordano i Kansas (con tanto di rifiniture di violino). Non possono mancare i Genesis, evidenti soprattutto nelle parti cantate da Guerin (III Movimento) con la sua voce alla Collins. Ben presenti i riferimenti alla musica classica, rivisitata nelle sue espressioni più maestose e sgargianti, senza comunque mai inciampare nel Pomp. Complessivamente, lo avrete capito, si tratta di un bell'album, a partire dalla confezione elegante in digipack che invoglia sicuramente all'acquisto.
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