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Uno degli appunti principali che mi sono sentito di muovere ad Arne Schäfer, nome che si nasconde dietro al moniker Apogee, è sempre stato quello di produrre musica che si diversifica da se stessa, album dopo album, molto sottilmente, quasi impercettibilmente. Ci possiamo rendere conto di questa cosa adesso, con questo CD che raccoglie alcune composizioni scartate dai primi due album ("The border of awareness" - 1995 - e "Sisyphos" - 1998), o comunque non incluse, ma risalenti allo stesso periodo e composte nell'arco di tre anni. Difficilmente, dicevo, si noteranno differenze stilistiche e qualitative tra queste 6 canzoni col resto della produzione Apogee. Senza alcun dubbio, se andiamo ad ascoltare un nuovo lavoro firmato dal buon Arne, sappiamo quasi per sicuro ciò cui andiamo incontro, ovvero un Prog sinfonico dalle movenze tormentate, spesso dilatato su lunghi minutaggi ma che non si configura sotto forma di suite, trattandosi al contrario di lunghe canzoni che si articolano in maniera poco lineare ma continua, senza delle vere pause o delle parti identificabili singolarmente all'interno delle stesse. In questo album sono presenti ben tre composizioni che limitano la propria durata al si sotto dei 10 minuti (una rarità per Apogee!) che tuttavia si discostano poco stilisticamente dal resto, a parte "How could I stop", un brano dai contorni soffusi e lontano dalle ritmiche torturate tipiche degli altri pezzi. Bisogna dire comunque che Schäfer fa sempre un ottimo lavoro e che i suoi album hanno sempre dei bei suoni e presentano composizioni in grado di accattivarsi gli apprezzamenti delle prog-heads più intransigenti, lasciando ben poco da dire, batteria elettronica a parte, a chi predilige un Prog di un certo tipo. Questo "On the aftertaste" è un album che, chi conosce già i lavori precedenti a nome Apogee, può prendere ad occhi chiusi, dato che sembra una CD2 dell'album d'esordio.
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