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CONQUEROR |
Storie fuori dal tempo |
Ma.Ra.Cash |
2005 |
ITA |
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Scordatevi gli incerti passi del debutto: il gruppo di Messina sembra aver sviluppato tutte le intuizioni positive che si intravedevano appena nella vecchia autoproduzione dalla copertina scolorita e hanno dato vita ad un album equilibrato, maturo, ricco di grazia e passione, che si staglia ad anni luce di distanza da "Istinto", pubblicato appena due anni prima. Forti di un lavoro di produzione senz'altro più professionale e di alcuni aggiustamenti di line-up, con l'inserimento di Fabio Ucchino al basso (a sostituire Tony Rose), di Sabrina Rigano al flauto e al sassofono e di Tino Nastasi alla chitarra (al posto di Gaetano Scarcella), i Conqueror trovano finalmente la loro dimensione sonora ed artistica ottimale e dimostrano di essersi impegnati a fondo nella realizzazione di questo concept dedicato all'intrigante e misteriosa Morgana. Il frutto di tanto impegno è sicuramente degno di essere colto, perché la sua polpa è dolce e succosa, come gli agrumi che nascono dalle fertili ed assolate terre sicule. La musica che accompagna le liriche, allusive e poetiche, è un Prog sinfonico dalle atmosfere fatate, dai suoni soffici ed avvolgenti, che si sviluppa con garbo e lentezza. I punti di riferimento ci riportano alla nostra tradizione musicale, con richiami al Banco, PFM e Corte Dei Miracoli. Il tessuto sonoro è ricco e delicato come il disegno di un tappeto orientale, con intrecci graziosi di flauto e tastiere gestite con molta fantasia, un elegante uso del pianoforte e persino qualche spunto di arpa, suonata in un paio di tracce da Antonella Cernuto, presente in qualità di ospite. I cambiamenti di scena avvengono in maniera progressiva e meditata, senza equilibrismi o spinte troppo dinamiche, in una specie di onnipresente clima favolistico. L'utilizzo di stop & go, tuttavia, anziché rendere movimentati i brani, ha un effetto di intoppo e rallentamento, come ad esempio in "No Photo", con le sue ritmiche scandite e le sue pause un po' artificiose. Simona Rigano dimostra grandi doti di sensibilità alle tastiere e canta con pulizia, in maniera in definitiva gradevole anche se non eccelle in tecnica e personalità; la gestione della sua voce è stata ad ogni modo ottimizzata rispetto all'esordio. L'album lascia comunque ampissimo spazio alle sequenze strumentali, bellissime quando gli strumenti volano leggeri spinti dal vento della fantasia, ed il cantato è tutt'altro che invadente. Strutturalmente va segnalata la presenza di una suite di ben 31 minuti, "Morgana", che occupa ben metà dell'intero album. Questa riesce a coinvolgere l'ascoltatore, con le sue linee musicali molto descrittive e paesaggistiche, senza stancare nonostante sia stata collocata in chiusura dell'album stesso. Credo che i Progster italiani dovrebbero dare fiducia a gruppi come questo acquistandone il CD: i Conqueror lo meritano per i progressi fatti dopo il modesto esordio e per i risultati ottenuti con questo album che sicuramente all'estero piacerà e anche parecchio!!!
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Jessica Attene
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