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CONQUEROR |
74 giorni |
Ma.Ra.Cash |
2007 |
ITA |
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In Italia ci sono dei gruppi che in sordina, senza la luce dei riflettori puntati su di loro, vanno avanti nel loro cammino fatto di musica e parole. I Conqueror sono uno di quei gruppi. I siciliani si son sempre distinti per la musica di qualità proposta, ma non hanno mai avuto i palcoscenici mediatici che meriterebbero anche nella piccola scena progressive italiana. Questa terza opera rappresenta quanto di meglio il gruppo ha prodotto finora. “74 giorni” è un concept che tratta della disavventura capitata nel 1978 ad Ambrogio Fogar e Mauro Mancini che, durante la circumnavigazione del mondo in solitaria, ebbero un incidente e rimasero 74 giorni su una zattera di fortuna in balia delle onde, prima di essere salvati dal cargo greco “Master Stefanos", quando oramai le speranze di salvezza erano compromesse. Bello quindi il tema e bello il modo in cui musicalmente è stato costruito dai Conqueror. Il sestetto messinese oramai ha raggiunto una stabilità di formazione in questo terzo lavoro e la cosa si sente. Il suono è compatto; a seconda dei momenti che il gruppo vuole risaltare diventa pieno e maestoso o calmo e riflessivo.
I 13 brani che compongono questo lavoro sono tutti di altissimo livello e troviamo delle perle strumentali che difficilmente si trovano in dischi dello stesso genere negli ultimi tempi. Non voglio essere cattivo, ma Simona Rigano è tanto brava a costruire tappeti sonori con le tastiere e a suonare il piano, quanto poco incisiva nelle parti vocali. Non sto assolutamente affermando che il cantato sia stonato o che mostri indecisioni, il fatto che sia abbastanza monocorde però purtroppo alla lunga si fa sentire. Una voce di questo tipo magari in altri generi musicali risulterebbe più azzeccata. Ciò non toglie la bravura di Simona in questo lavoro come nel precedente “Storie fuori dal tempo”. Questo è l’unico appunto che mi sento di muovere ad un disco che nel complesso è veramente bello.
L’apertura di Simona al pianoforte in “Maschere di uomini” è da brividi e tutto il brano, caratterizzato dal flauto di Sabrina Rigano, è sullo stesso livello.
Una grande apertura che è solo l’inizio di un viaggio musicale che ci regala brani come “Non maturi per l’aldilà” o “L’ora del partire” o il trittico finale “Eleutherios”, “Master Stefanos”, “Cambio di rotta”. Potrei veramente citare tutti i brani di questo disco, ho solo scelto quelli che mi sono rimasti più impressi.
Da notare come il disco va in crescendo e si conclude con i brani più interessanti di tutta questa produzione. Già con “Storie fuori dal tempo” il gruppo ha fatto vedere cose interessanti e il loro ultimo lavoro conferma e migliora quanto di buono il la band della provincia di Messina ha fatto in passato. Siamo di fronte ad un gruppo musicalmente solido e preparato tecnicamente.
Chi ama il progressive di matrice sinfonica non rimarrà assolutamente deluso da un disco così. "74 giorni" è un disco che cresce con il passare degli ascolti, una dei dischi che ricorderò con maggior piacere dell’anno 2007.
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Antonio Piacentini
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