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Autori di un apprezzato album d’esordio dal titolo omonimo, la Coscienza Di Zeno pubblica il suo secondo lavoro “Sensitività” per i tipi della Fading Records di Marcello Marinone. Nel gruppo è ormai entrato in pianta stabile Luca Scherani alle tastiere, mentre è rimasta invariata il resto della line up con Alessio Calandriello alla voce, Gabriele Guidi Colombi al basso, Davide Serpico alle chitarre, Andrea Orlando alla batteria e Stefano “Sinfield” Agnini ad occuparsi di quasi tutti i testi oltre che a suonare le tastiere in studio. Sette i brani del nuovo album di ottimo prog all’italiana: liriche sempre molto curate e di non facile interpretazione, attenzione al dettaglio, musiche coinvolgenti e sempre più flebili i rimandi musicali alle grandi band del passato a dimostrazione di una maturazione artistica ormai acquisita e consolidata. una copertina e le foto interne molto affascinanti con oggetti di antiquariato a rimembrare le varie tematiche affrontate dai brani non fanno che offrire più appeal alla proposta. Un pregevole e lungo inserto di pianoforte introduce “La città di Dite” (spettacolare brano che la band già presenta da qualche tempo “on stage”) che poi esplode in tutta la sua magnificenza e magniloquenza con l’ingresso degli altri strumenti e della voce. Ripetuti inserti solistici, delicati passaggi acustici, un “punch” aggiuntivo rappresentato dall’ugola d’oro di Calandriello ed il gioco è fatto. E pure molto bene. Il soffuso inizio della title track con tastiere e voce ricama un brano dai colori delicati che non impediscono però notevoli scorribande tastieristiche a Scherani e nemmeno un bel “solo” di Serpico , presenza più corposa in questo nuovo lavoro che non nel precedente. Probabilmente il brano top dell’album. “Tenue” ci mostra un ulteriore volto dei ragazzi liguri: un brano dall’atmosfera quasi notturna, evanescente, languido. Piacevolmente inaspettato. “Chiusa 1915” (dedicato ai prigionieri di guerra russi utilizzati per lavori ferroviari in Trentino durante la prima guerra mondiale) ha una bella ritmica spezzettata contrappuntata dalle tastiere. Un delicato passaggio al pianoforte prelude l’ingresso dell’espressiva voce di Calandriello, duttile come sempre. C’è ancora spazio per la chitarra elettrica e per il solito “trademark” delle tastiere a chiudere il tutto in modo molto malinconico. “Tensegrità” (il termine si rifà ad antichi riti sciamanici) inizia con un deciso riff di chitarra ed un ottimo lavoro del duo ritmico Orlando/Guidi Colombi prima che varie sfumature di tastiere conducano il pezzo ad un degno finale. Piuttosto atipica per il gruppo “Pauvre misère” con ritmiche articolate, quasi crimsoniane nella parte centrale, ed un notevole contributo degli archi ( il violino di Sylvia Trabucco ed il violoncello dell’altra ospite Melissa del Lucchese). Chiude l’album “La temperanza”. La parte introduttiva è molto soffusa con protagonisti il pianoforte, il flauto e gli archi e solo con l’inizio del canto il brano si movimenta decisamente. Ora spiccano a turno la chitarra elettrica, il basso e la batteria, ora ,ancora ,il violino, il flauto e poi il bouzouki. Un brano che necessita di più ascolti per apprezzarlo come merita, ma che poi non vi lascerà indifferenti. “Sensitività” è dunque un ottimo album e conferma La Coscienza di Zeno fra i gruppi di punta del panorama progressive non solo italiano. Se poi l’esordio rappresentava dei “canti d’innocenza” ed il secondo certamente dei “canti d’esperienza”, questo è un altro discorso. Quale preferite?
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