Home
 
IL BACIO DELLA MEDUSA iMilla AMS Records 2023 ITA

Mentre il caldo più asfissiante, noioso e pesante di quest’anno attanaglia le nostre nervose nottate, ecco uscire questo nuovo lavoro dei perugini Il Bacio Della Medusa. Simone Cecchini, leader, compositore, cantante e musicista della band riprende il filo del discorso interrotto nel 2018 con l’album “Seme*”, riprendendo anche quasi interamente la formazione, fatta eccezione per il chitarrista Simone Brozzetti, qui sostituito da Andrea Morelli. “Imilla”, registrato, mixato e affinato tra lo scorso inverno e la scorsa primavera, si presenta come un poderoso ed interessante concept album che affronta un tema davvero inedito e delicato. L’opera narra la vicenda della compagna Monika Ertl, tedesca di nascita, ma militante dell’esercito boliviano di liberazione con il soprannome di Imilla e con l’unico intento di vendicare la morte di Ernesto Che Guevara e giustiziare colui che osò ordinarne profanazione del corpo e amputazione delle mani.
La storia si apre con “Un visto per la Bolivia” stratagemma di Imilla per arrivare nell’ufficio del console boliviano ad Amburgo Quintanilla Pereira, il suo obiettivo, e chiedere un visto per un gruppo turistico per visitare la Bolivia. Il breve brano strumentale introduce la storia in maniera percussiva con i tasti della macchina da scrivere, avvicinando il tutto alla schiettezza della cronaca giornalistica. Con “Amburgo, 1 aprile 71” si va decisamente in argomento. Monika è al cospetto del console. Spara tre colpi a forma di “V”, lascia un biglietto con un laconico “Victoria o muerte. E.L.N.” e svanisce tra i corridoi del consolato. La cronaca, nel testo, è cruda, diretta e rotola su un cantato volutamente reiterato nella forma melodica, gli stacchi strumentali sono forti, aggressivi, un hard misurato, ma di deciso impatto. Le chitarre di Andrea Morelli incidono e il sax di Eva Morelli tenta di smorzare tanta aggressività, creando grande tensione emotiva.
Dopo l’omicidio e la fuga in Imilla, scattano ricordi, riflessioni, dolori infantili, in lei così debole da fanciulla e così forte e determinata adesso. Programma altre azioni. A sostenere la voce in “Zio Klaus” ci sono le tastiere sinfoniche, ricchissime e piene, lasciando alle chitarre al break centrale. Klaus Barbie è stato un criminale nazista soprannominato il “Boia di Lione”, ma nonostante i molti tentativi di assassinarlo, visse fino al 1991. Anzi, fu proprio lui, con profonde radici nei servizi segreti boliviani ad essere la causa della morte di Imilla, uccisa due anni dopo l’attentato al console Pereira. Lo zio Klaus fu anche amico del padre di Monika ricordato nel brano “Lo specchio di Hans Ertl” anch’egli collaboratore di Hitler e causa della fuga dalla famiglia di Monika per seguire le tracce del Che in Bolivia. Le torture e le distorture interne di Monica si fanno vivide in “Dentro Monika qualcosa non va” brano fortemente variabile dalle chitarre in lavare e atmosfera quasi reggae delle strofe, agli strali hard sinfonici degli intermezzi e Cecchini con la sua intervocalica sorda a spingere per farci comprendere dove si annidi il vero male di Monika. Tormentato anche l’episodio “Ho visto gli occhi di Inti virare a nero” dove si parla dell’omicidio di Into Peredo successore di Che Guevara e compagno di Imilla. Qui tra flauti e terzinati si veleggia in atmosfera poliziottesca nella quale sembra di assistere ad una scena in pieni anni ’70. Più particolare il brano “Senior Service” sul tema della guerriglia e sul fatto che una guerrigliera non possa avere pause, non possa avere una vita normale, ma solo un calendario zeppo di impegni. Notevoli gli stacchi in stile Colosseum e l’incidere del brano forse con i momenti progressive e più accesi del disco. Le tre righe di testo che portano al finale corale di “Colt Cobra 38 Special”, quasi interamente strumentale, sono un colpo definitivo, la luce si spegne da Monika, proprio lei che era luce. Lo strumentale evidenzia le ottime capacità della band con la sezione ritmica di Petrini e Caprai a spingere in maniera davvero notevole.
Un bel disco, un lavoro importante, fatto di ottime musiche e di liriche profonde e ben cantate. Un lavoro piuttosto distante dai temi sperimentali e dalle trame dei lavori precedenti specie da “Seme*”. Un’opera più diretta, ma il plot lo richiedeva, raccontando una storia vera e dai risvolti così coinvolgenti.
Un ultimo particolare storico. La pistola usata da Monika per l’assassinio del console risultò registrata in Italia a nome di Giangiacomo Feltrinelli, ma questa è un’altra storia e speriamo che Simone Cecchini ce la voglia raccontare con la sua band, che resta una delle più importanti e coinvolgenti realtà della musica del nostro stivale.



Bookmark and Share

 

Roberto Vanali

Collegamenti ad altre recensioni

FUFLUNS Spaventapasseri 2016 
FUFLUNS Refusés 2021 
IL BACIO DELLA MEDUSA Il bacio della Medusa 2004 
IL BACIO DELLA MEDUSA Discesa agl'inferi d'un giovane amante 2008 
IL BACIO DELLA MEDUSA Deus lo vult 2012 
IL BACIO DELLA MEDUSA Live 2016 
IL BACIO DELLA MEDUSA Seme* 2018 
IL BACIO DELLA MEDUSA AnimAcustica 2020 
ORNITHOS La trasfigurazione 2012 
SIMONE CECCHINI Testamento di un poeta 2006 

Italian
English