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VIIMA Väistyy mielen yö Viima Records 2024 FIN

Graditissimo ritorno discografico per i finlandesi Viima, che tra il 2006 e il 2009 avevano sfornato un’accoppiata di album di pregevolissimo valore. In quei due gioiellini avevano puntato su un sound capace di far sposare influenze britanniche legate ai Genesis e quelle dei loro connazionali Haikara, riuscendo a trovare ottimi equilibri tra questi due punti di riferimento. Poi gli anni sono cominciati a passare, le notizie sul gruppo scarseggiavano ed era facile immaginare che un’altra bella avventura fosse finita. Invece, dopo tre lustri, la band si ripresenta a sorpresa con questo nuovo “Väistyy mielen yö” e il tempo sembra non essere trascorso. Già il vivace incipit “Tyttö trapetsilla” ci riporta a quelle sonorità ammalianti dei vecchi dischi, con flauto e chitarra elettrica in bella evidenza su ritmi spediti. L’impatto è subito ampiamente positivo e diventa lecito, dopo nemmeno cinque minuti, aspettarsi ottime cose. Ed è la suite “Äiti maan lapset” a confermarci che i Viima sono ancora in gran forma: un inizio brillante in pieno stile Yes, poi, dopo neanche un minuto, un cambio di rotta con sonorità più soffuse e bucoliche, che sfociano verso un prog romantico di immediata presa. Incontriamo, a seguire, un’alternanza di fughe banksiane, delicatezze à la Caravan, melodie vocali raffinate, sferzate hard, pennellate folk/acustiche che rimandano ai Genesis di “Trespass”, sfavillanti spunti solistici di tastiere e chitarra, passaggi dall’atmosfera solenne. Con dinamiche imprevedibili favorite dai continui cambi di tempo e da una sezione ritmica a dir poco brillante, i musicisti riescono a tenere la tensione sempre alta e questi diciannove minuti sembrano volare in un attimo. La seguente traccia “Pitkät jäähyväiset” non si discosta molto da quanto ascoltato finora, confermando la capacità dei Viima di creare impasti elettroacustici incantevoli, ma anche di spingere più sull’acceleratore nella sezione centrale, puntando su una chitarra elettrica abrasiva. Gli sfondi di mellotron fanno il resto e, si sa, per un appassionato di prog sinfonico certi timbri tendono sempre a colpire il cuore. I primi tre minuti di “Perhonen” sono caratterizzati da una struggente malinconia e incantano con la loro eleganza e per una atmosfera elegiaca e, similmente al brano precedente, sono seguiti da una seconda parte decisamente più tirata. “Vuoren rauha” chiude il lotto con sette minuti e mezzo dai toni uggiosi, mostrando un romanticismo a tinte fosche tra melodie docili, ritmi cadenzati e spunti strumentali carichi di pathos, con tastiere e pianoforte in bella evidenza. Speriamo che i Viima riescano a dare continuità a questo ritorno e che non si debba aspettare di nuovo troppo tempo per un nuovo lavoro, perché in tre dischi hanno pienamente dimostrato di essere una delle più belle realtà del prog scandinavo del nuovo millennio.



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Peppe Di Spirito

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