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Secondo capitolo di questa trilogia ad opera di Guy LeBlanc e i suoi Nathan Mahl, dopo l'ottima prima parte uscita scorso anno. "The trial" si presenta quasi interamente strumentale, lasciando solo un paio di parti cantate nell'arco dei quasi 60 minuti del CD: peccato per i fans di Peter Hammill perché la voce di Guy si propone molto simile, per timbrica e attitudine, a quella del loro beniamino. La musica è quello con cui abbiamo quasi esclusivamente a che fare, dunque: i suoi connotati si presentano pressoché immutati e ci descrivono un prog molto keyboard-oriented con qualche eco di fusion (meno che in passato) e alternanza tra melodie un po' più orecchiabili e partiture complesse e tormentate (ohè... la musica deve descrivere un processo per eresia... mica una festa!). Mi sento tuttavia di dire che il risultato di quest'album è meno azzeccato del suo predecessore, dato che pare di ascoltare minuti e minuti dello stesso tema, inframmezzato qua e là da pochi spunti di altri strumenti o incisi che sembrano portarci altrove... ma che poi ci riconducono praticamente al punto di partenza. La suite iniziale ("Entrance of the judges", 23') in pratica è tutta come descritto qui sopra. I brani successivi paiono discostarsi di poco, pur dovendosi giostrare su minutaggi più contenuti. Tutto bello, quanto a sonorità e se preso a pezzi piccoli, ma un po' irritante nel complesso e sicuramente poco consono a rendere quest'album un episodio da ricordare, come invece lo è stato il suo predecessore.
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