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Il terzo e conclusivo capitolo della serie "Heretik" riporta i Nathan Mahl, creatura di Guy LeBlanc, su ottimi livelli, dopo che il capitolo II si era un po' perso nei meandri di una musica complessa, strumentale e mostruosamente sinfonica. Quel mostruosamente è riferito principalmente alla scelta di presentare il disco sotto forma di un'unica lunghissima composizione, scelta ripetuta anche in questo album (il titolo è "De mortuis nil nisi bonum" e la durata 54 minuti) ma con risultati più convincenti. In effetti il fatto di trovarci di fronte a un'enorme unico brano, completamente strumentale, di Prog sinfonico misto a fusion, con cambi di tempo repentini quanto ripetuti, può spiazzare un po', rischiando di far perdere il filo del discorso. La musica è strumentale, come detto, e questo comporterebbe la difficoltà di seguire la storia, considerato che si tratta di un concept album; fortunatamente questa è sufficientemente delineata (con tanto di dialoghi) all'interno del cd. Su quest'album c'è sicuramente un approccio più fresco, più equilibrato; si ha proprio l'impressione che non sia un'accozzaglia di idee mal combinate (cosa magari non vera, ma questa era l'impressione per "Heretik II") e ripetitive, bensì un percorso musicale ben definito che apre le porte della fantasia dell'ascoltatore e lo conduce per mano per tutti i 54 minuti dell'album, non facendogli mai smarrire la strada. C'è sempre il problema che i vari temi sembrano ripetersi e riciclarsi continuamente, ma, non so come dire, stavolta sembra che la cosa sia voluta e realizzata in modo creativo e senz'altro efficace.
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