Non ho mai amato granché la musica dei Jadis, lo ammetto. Unica parziale eccezione fu l’album “More than meets the eye”, in cui lo storico strapotere compositivo di Gary Chandler venne temporaneamente affiancato da un Martin Orford in piena vacanza da IQ (era il 1991, ricordo). Questo “Somersault” esce dopo l’abbandono dello stesso Orford (limitato fu peraltro il suo apporto al precedente “Across the water”), che aveva seguito di pochi mesi quello di John Jowitt. Formazione rinnovata ed anche meno incerta, dunque, e la musica ne risente in positivo. Se non altro il rock dei Jadis è ora più grintoso e compatto, ma, a parere mio personale, rimangono i difetti di fondo di questo gruppo, ovvero la mancanza di variazioni decisive che identifichino un brano dall’altro (un mio amico dice: sentito uno, sentiti tutti. Non gli do del tutto torto...), con una prestazione vocale abbastanza monocorde da parte di Gary. Ad ogni modo su “Somersault” vengono cercate alcune soluzioni musicali un attimo più variate, come dicevo; il risultato finale, dovrebbe soddisfare i vecchi fans del gruppo... ed anch’io, tutto sommato, non disprezzo quanto sto ascoltando.