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Che Erik Norlander, tastierista svedese trapiantato negli States, paghi un grosso dazio di ispirazione tecnico-artistica al vate Keith Emerson lo si evince, prima di ascoltare alcunché di questo cd, leggendo le note di presentazione riportate sul booklet e scritte da Emerson stesso. La cosa viene confermata leggendo la formazione con cui ha registrato "Threshold": tastiere, basso e batteria ("no guitars!", viene puntualmente precisato... e neanche voce, aggiungo io). A questo punto potete cominciare a dar spazio alla musica dell'album solista di Erik, tastierista dei Rocket Scientists tra l'altro, senza rimanere delusi quanto al contenuto delle 8 tracce ivi presenti. Per ciò che riguarda la qualità di tale musica... non molto possiamo appuntare alle qualità tecniche di questo mago dei tasti d'avorio... qualcosa in più invece possiamo dire per stigmatizzare l'eccessiva verbosità delle sue tastiere, veramente invadenti (e questo ce lo potevamo immaginare) e talvolta prive di senso autocritico, tanto da impastare la bocca dell'ascoltatore con una musica dolciastra e pesante... ma è l'altra faccia di una medaglia altrimenti risplendente di un sinfonismo estremo, tecnico e godibile. Il risultato può entusiasmare o annoiare dopo 10 minuti... non ci sono vie di mezzo.
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