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A distanza di due anni si riaffacciano con prepotenza alla scena prog i Parallels or 90 Degrees con un disco ambizioso come "Unbranded...", in parte frutto delle recenti tendenze elettroniche ed in parte frutto dell'amore incondizionato verso le composizioni dei Van der Graaf Generator e più in generale del rock dei seventies. Già, effettivamente i Parallels sembrano la conferma del tentativo della Cyclops Rec. di sdoganare in maniera definitiva il new prog dai soliti schemi preconfezionati ed a dire il vero leggermente nauseabondi (che incubo i soliti synth circolari pseudo-barocchi!) per uno stile più moderno, raffinato, e bisogna dire che ci riescono piuttosto bene grazie ad una serie di composizioni epiche e dal taglio vagamente apocalittico in cui si prende coscienza dell'alienazione dei rapporti dell'essere umano con il prossimo, con la religione e con la natura. Insomma, un approccio tematico piuttosto negativo per una musica piena di luci ed ombre. Stilisticamente il gruppo ricorre frequentemente l'utilizzo di effetti elettronici e ritmici dal taglio moderno come drum'n'bass, loops e campionamenti spericolati tanto da raggiungere a volte la soglia dell'originalità... Certo, nulla di particolarmente sperimentale, in fondo ci troviamo di fronte ad un buon disco di rock anche piuttosto duro e con qualche venatura blues, c'è il fatto comunque che i Parallels possono aggiudicarsi l'onore di essere inclusi nella cerchia, piuttosto ristretta, dei veri discepoli del vecchio generatore, a partire dalle vocals di Andy Diskdrive vicinissime al miglior Hammil sino ad arrivare all'emozionante mega suite finale "An authopsy in artificial light", un vero e proprio tour de force nei meandri della mente umana... alla luce del nuovo millennio! E poi c'è pure il buon Martin Orford al flauto che ci offre una delle sue migliori prove nella suggestiva e visionaria "Shoulder to Shoulder"... e scusate se è poco!
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